Duello sull'archetipo di Meloni e Schlein: una ce l'ha, l'altra no

Matteo Zangrandi: «All’Università di Pavia abbiamo proposto l’esperimento di comunicazione politica a sessanta studenti»

Patrizia Soffientini
Patrizia Soffientini
|23 ore fa
Duello sull'archetipo di Meloni e Schlein: una ce l'ha, l'altra no
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Prendete una sessantina di studenti universitari che arrivano da tutta Italia e frequentano un corso magistrale di comunicazione digitale, divideteli in una decina di gruppi e chiedete loro quale sono le figure archetipiche riconducibili alle due leader politiche italiane: Giorgia Meloni e Elly Schlein.
Il compito è quello di concentrarsi in senso più ampio sulla comunicazione politica della destra e della sinistra nelle loro figure di riferimento. Ne esce un test formidabile, a suo modo. Una delle due ha un profilo archetipico molto netto, l’altra no. Alla Meloni, anche da parte di studenti non particolarmente d’accordo, tutti hanno attribuito archetipi molto vicini: come archetipo primario il ribelle o l’eroe (declinati per convenienza al maschile, derivando da Karl Gustav Jung, ndr), come archetipo secondario l’angelo custode. Un arco che la identifica inizialmente nella sua storia di ribelle, per diventare la premier percepita come eroe e protettrice della popolazione da pericoli, inclusa la sinistra.
Mentre per Schlein la faccenda risulta ben più incerta: qualcuno degli studenti per lei cita l’archetipo dell’eroe, altri dell’uomo comune che negli archetipi non è chi vale poco, ma chi crea connessioni, per lo più non questi giovani non sono riusciti a dare delle risposte.
I docenti dell’Università di Pavia che hanno proposto l’esperimento - un workshop - sono due piacentini: Matteo Zangrandi, del corso per comunicazione e marketing per le campagne elettorali e Flavio Chiapponi, già segretario Pd a Piacenza, oggi insegna al corso strutturato sulla comunicazione politica.