Sassi Neri: maxi cantiere diventa un caso per i geologi di tutta la regione
23 Marzo 2019 12:32
“Nella terribile notte del 14 settembre 2015, quando un’alluvione devastante colpì il nostro territorio, a Farini si sarebbero registrati danni maggiori se la frana dei Sassi Neri non avesse favorito l’accumulo temporaneo di quasi 1 milione di metri cubi d’acqua, contribuendo a ridurre l’impatto dell’onda di piena del Nure”. È il risultato sorprendente degli studi condotti dall’Università di Parma, in collaborazione con la Regione, che hanno messo in luce il ruolo di “cassa di espansione” esercitato dal piede del dissesto. Da qui, e da un apposito approfondimento geologico a cura dall’università di Modena-Reggio, è partita la progettazione del maxi-cantiere di consolidamento finanziato dalla Regione con 1 milione di euro avviato lo scorso luglio e ormai giunto al termine.
I lavori realizzati sono diventati, stamattina 23 marzo, un caso di scuola per i geologi di tutta l’Emilia-Romagna nell’ambito del convegno promosso, nel paese della Val Nure, dall’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile in collaborazione con l’Ordine regionale dei Geologi. L’occasione anche per il debutto del nuovo Gruppo di protezione civile comunale, appena costituito e iscritto all’apposito elenco regionale del volontariato di settore.
“Intervento inedito e innovativo, un caso che fa scuola. Si è trasformata una criticità – la presenza di una frana – in una risorsa per la protezione del territorio” – ha spiegato l’assessore regionale Paola Gazzolo. Il sindaco Antonio Mazzocchi ha espresso soddisfazione.
“In tre anni e mezzo dall’alluvione la Regione ha investito oltre 42 milioni e mezzo per la messa in sicurezza delle valli colpite dall’emergenza, con il 40% delle risorse destinate alla Val Nure per un totale di 16 milioni di euro”, ha concluso Gazzolo. Al comune di Farini sono stati destinati 5 milioni 300 mila euro per 35 cantieri.
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