Consiglieri di opposizione, “sabato 6 aprile in piazza per difendere il sistema sanitario pubblico”
03 Aprile 2024 15:55
La difesa del sistema sanitario nazionale unico, accessibile, universalistico e gratuito sarà al centro della manifestazione per la sanità pubblica in programma a Mestre sabato 6 aprile, con appuntamento al piazzale della Stazione alle 14. La manifestazione promossa dal Covesap in occasione della Giornata mondiale della salute e della Giornata europea contro la commercializzazione della salute attraverserà via Piave e si concluderà in piazzale Ferretto. La presentazione dell’evento, promosso dal coordinamento di comitati che opera nelle sette province del Veneto, è stata ospitata in Consiglio regionale del Veneto dai consiglieri regionali di opposizione.
Le richieste del coordinamento dei comitati per la difesa della sanità pubblica – illustrate da Salvatore Lihard, portavoce del Movimento in Difesa della Sanità Pubblica e Maria Pina Rizzo, medico di distretto in pensione – si focalizzano su accessibilità delle cure e riduzione delle liste di attesa, investimenti in prevenzione, valorizzazione delle professionalità mediche e paramediche e sociosanitarie e maggiore più democraticità nella programmazione e nell’organizzazione dei servizi sanitari. In Veneto l’appello del Covesap si declina nella richiesta di una rete efficiente di ospedali, ospedali di comunità e strutture riabilitative, incremento dei servizi di urgenza ed emergenza, riduzione dei tempi di attesa, assistenza domiciliare integrata, centri e servizi per la salute mentale, potenziamento della rete di medicina generale, impegnative di residenzialità per anziani non autosufficienti.
Richieste sottoscritte dai consiglieri regionali di opposizione che, unanimi, invocano “un radicale cambiamento di rotta nelle politiche sociosanitarie regionali”.
Per Chiara Luisetto, del Partito Democratico, “andare in piazza sabato significa dire insieme che così non va. La demografia sta sfidando la programmazione del numero dei medici, dei posti letto e delle risorse economiche,e la risposta non può essere quella di considerare normale andarsi a curare nel privato”.
“Dobbiamo mobilitarci tutti – afferma Elena Ostanel, consigliera regionale de “Il Veneto che vogliamo” – di fronte al 54 per cento dei veneti che rinuncia a farsi curare dal sistema pubblico perché non riesce ad avere un appuntamento. Da parte nostra, come consiglieri di opposizione, ci siamo impegnati nella riforma degli Ats, ambiti territoriali sociali, per presidiarne la natura pubblica, e nella battaglia per rendere effettivo il diritto delle donne ad accedere ad un consultorio”.
Cristina Guarda (Europa Verde) ricorda che sul tema della salute “si gioca l’alleanza tra politici e cittadini”. “Come consiglieri di opposizione ci battiamo per difendere il portafoglio dei cittadini e per difendere il diritto dei professionisti della sanità a non essere spremuti da questo governo regionale, che per ridurre le liste di attesa impone straordinari ai dipendenti del sistema sanitario regionale che già stanno resistendo in difficilissime condizioni di lavoro. Il diritto alla salute per tutti va difeso frenando la fuga degli operatori sanitari dagli ospedali pubblici”.
Per Erika Baldin (M5S) la mobilitazione deii cittadini è indispensabile per fermare la privatizzazione e lo smantellamento della sanità pubblica. “Nella legge che ha istituito gli Ats, grazie ai nostri emendamenti, è stato fermato il rischio di privatizzazione e reso più democratico il meccanismo di scelta del dirigente responsabile. Quanto alle liste di attesa, invece – ha ricordato – il mio progetto di legge che prevede che i cittadini che non ottengono la prestazione entro i termini prescritti possano ricorrere all’intramoenia pagando solo il ticket, giace in consiglio da oltre un anno”.
Andrea Zanoni (Pd) ha contestato pose della prima pietra, firme di convenzioni e tagli del nastro di strutture sanitarie in campagna elettorale, in vista del voto di giugno. “Nuove strutture destinate a rimanere vuote – osserva- perchè mancano medici, infermieri, operatori. Ci viene detto che i soldi per la sanità non ci sono, ma si trovano invece per le Olimpiadi, per il canone per la Pedemontana, per l’inno veneto o la Giornata del patriota. Ad ogni bilancio regionale gli emendamenti dei rappresentanti dell’opposizione per dare più risorse ai servizi sanitari vengono respinti. Se non si inverte la rotta, ai cittadini che hanno bisogno di cure verrà chiesta la carta di credito al posto della carta di identità”.
“Sappiamo tutti che la coperta è corta, ma serve una strategia, la politica regionale non può continuare con la tattica dei cerotti e dei rinvii – conclude Arturo Lorenzoni, portavoce dell’opposizione – L’iniziativa del Covesap, che ci vede tutti uniti, è un atto di denuncia di ritardi ormai insostenibili e una precisa proposta politica: la salute deve diventare una priorità del governo del Veneto”.
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