Taffetà a tutti! “Frankenstein Junior” risplende al cinema dopo 50 anni

Teri Garr, Gene Wilder e Marty Feldman

Torna in sala “Frankenstein Junior” ridigitalizzato in 4K in occasione dei suoi 50 anni: un’occasione unica per rivedere su grande schermo un titolo notissimo pieno di dialoghi che sono parte del nostro lessico quotidiano, anche grazie a un favoloso lavoro di traduzione capace di reinventare efficacemente gli scintillanti giochi di parole della versione originale. Reduce dal successo della rivisitazione in chiave comica del western, “Mezzogiorno e mezzo di fuoco”, uscito nello stesso anno (due capolavori del cinema nell’arco di una manciata di mesi, pensate oggi alla facilità con cui si inneggia al grande successo – relativo – di titoli anche belli ma non destinati a restare. Potrebbe essere peggio, potrebbe piovere), il regista Mel Brooks lavora al film a partire dall’idea, sviluppata insieme al suo grande amico, compagno di lavoro e strepitoso protagonista Gene Wilder, di girare una parodia degli horror Universal di James Whale, il primo “Frankenstein” del 1931 e “La moglie di Frankenstein” del 1935. La creatura generata dalla mente brillante di Mary Shelley viene strappata dall’immaginario horror e scaraventata in una commedia scatenata e irriverente: Brooks riprende il lucido bianco e nero e le atmosfere dei film originari (riutilizzandone addirittura gli strumenti e le apparecchiature del laboratorio) dal look dei protagonisti agli elementi formali, dai titoli di testa alle dissolvenze a cerchio o al nero, proprio per sottolineare la continuazione della saga dello scienziato e del suo mostro, che viene ereditata dal professore universitario Frederick Frankenstein, nipote del famoso dottor Victor von Frankenstein, insieme al suo castello in Transilvania. L’ultimo della stirpe disprezza apertamente il nonno, che considera un pazzo e un ciarlatano, ma quando, nella sua biblioteca, trova il modo per riportare in vita i defunti, non resiste alla tentazione di creare l’immortalità. Trafugato un cadavere gigantesco e (accidentalmente) un cervello anormale, l’uomo effettua l’esperimento e produce un “mostro” che, pur terrorizzando gli abitanti del luogo, in realtà non è cattivo e vuole solo essere amato.

La locandina italiana d’epoca

La carica eversiva dei suoi dialoghi scoppiettanti viene impacchettata in una confezione elegantissima: “Frankenstein Junior” ha stesso look dei film che sta parodizzando, e la sua inquietante colonna sonora è sorprendente esattamente come il suo stile grazie al sublime lavoro di John Morris. È anche uno di quei casi in cui puoi sentire che gli attori su quel set si stanno divertendo come pazzi, invitandoti a ridere con loro: un cast toccato dalla grazia, dalla grandiosa interpretazione di Wilder spalleggiato da un Marty Feldman nel ruolo di Igor (o Eye-Gor), creato appositamente per lui, fino alla svampita biondissima assistente Inga di Teri Garr e alla terrificante Frau Blucher di Cloris Leachman (sento il tuono seguito dal nitrito dei cavalli, e questa è la purissima magia del cinema). È una pellicola così intelligente, così ricca di scene esilaranti (potrebbero essere tutti corti geniali indipendenti) che è difficile scegliere quella da portarsi nel cuore e infatti sono indecisa tra il saluto tra Frankestein e Elisabeth alla stazione, l’incontro del mostro con l’eremita (interpretato da un irriconoscibile Gene Hackman) o il balletto sulle note di “Putting on the ritz”. E il suo creatore Mel Brooks, 97enne che nella sua lunghissima vita professionale divisa tra cinema e teatro tra recitazione, regia, scrittura, produzione, è arrivato a far parte della selezionatissima lista di artisti che hanno conquistato l’EGOT, ovvero, l’Oscar, il Grammy, l’Emmy e il Tony Award, ha ricevuto proprio quest’anno l’Oscar alla carriera, giurando che questa volta non la venderà come è accaduto con quella ricevuta oltre mezzo secolo fa per “Per favore, non toccate le vecchiette”.
“Frankenstein Junior. Il cinquantesimo anniversario al cinema” sarà distribuito da Nexo Studios come evento speciale per due giorni in versione restaurata digitalizzata in collaborazione con i media partner Radio DEEJAY e MYmovies, il 29 e 30 ottobre: a Piacenza sarà in programma al cinema Corso.
Taffetà a tutti voi
da Barbara Belzini

 

 

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