Diga di Mignano, il convegno per i 90 anni: “Ne servirebbe una su ogni corso d’acqua”

17 Ottobre 2024 12:42

Novant’anni del gigante della Val d’Arda, la diga di Mignano inaugurata nel 1934. L’anniversario è stato celebrato oggi a Castell’Arquato in una terra, quella piacentina, in cui l’agricoltura “muove un miliardo di euro compresi l’indotto e il foraggio per gli animali”, ha detto Paolo Sckokai, direttore di Economia alimentare all’Università Cattolica, tra i relatori del focus su acqua e territorio organizzato a palazzo Podestà.

Obiettivo del convegno ricordare l’unica diga nel nostro territorio con valore anche idropotabile – serve infatti 35mila utenze dell’acquedotto di Valdarda – e indicare i progetti futuri a partire dall’analisi dei problemi attuali.

Dopo i saluti istituzionali del sindaco Ivano Rocchetta (che ha ricordato come la valle abbia evitato “gravissime alluvioni grazie alla diga”) e del prefetto Paolo Ponta, sono intervenuti Luigi Bisi, presidente del Consorzio di Bonifica di Piacenza, e Marco Trevisan, preside della Facoltà di scienze agrarie dell’Università Cattolica: quest’ultimo ha auspicato “una diga su ogni corso d’acqua”, “perché oggi piove e l’acqua se non viene trattenuta farà disastri magari a valle e poi finisce al mare. Ricordiamoci che solo poco più del 2 per cento dell’acqua è dolce, e quindi utile per la vita e le colture”.
Sckokai, all’incontro moderato dal giornalista Giovanni Volpi, ha aggiunto: “Aumentano esponenzialmente i pozzi privati, si continua a scavare perché c’è bisogno di acqua”. Diversi gli interventi del pubblico.

IL CASO NURE

Il presidente del Consorzio Bisi ha messo l’evidenziatore in particolare sulla situazione della Val Nure, l’unica valle senza una diga: “Noi abbiamo speso 94 milioni di euro per montagna e pianura e per ammodernare il sistema di irrigazione. Sul Nure non abbiamo potuto spendere un centesimo perché non abbiamo la possibilità di accedere agli interventi, visto che la scelta fu quella di lasciare tutto ai condomini privati. Quella scelta ha ipotecato a mio avviso le future generazioni con gravissime responsabilità, mentre in Val d’Arda siamo qui ancora a beneficiare di una diga costruita 90 anni fa”.

NUOVE OPERE

Come ricordato al convegno a palazzo Podestà, la più importante tra le opere salva-acqua in arrivo e finanziate con fondi statali è la nuova condotta in pressione di 20 chilometri che da Castell’Arquato giungerà ad Alseno parallelamente alla ferrovia senza toccare la rete di canali esistente (parte della quale ha più di 500 anni come il Canale della Sforzesca) ma affiancandosi ad essa seguendo un tracciato interrato e distribuendo acqua in pressione subito e sempre disponibile dagli utilizzatori.

Si affianca il mantenimento dell’impianto di sollevamento di San Nazzaro Monticelli (costruito negli anni ‘50 e tutt’ora in esercizio) integrato ad un nuovo impianto posto a monte di quello esistente in località Ronchi. I due impianti deriveranno un massimo di 5 metri cubi al secondo di acqua irrigua con la facoltà di sollevare portate modulabili rispondendo all’esigenza di flessibilità gestionale nei periodi di massima domanda.

Ancora sull’efficientamento della distribuzione irrigua della Valdarda, è in fase di avvio la realizzazione dei tre laghi ad uso irriguo e utili come polmone per lo stoccaggio distributivo della vallata: la capacità di invaso è di 100.200 metri cubi per Caolzio, 133.000 metri cubi per Moronasco e 203.000 metri cubi per Molinazzo.

Invece, dal lato della difesa idraulica, è in fase di redazione il progetto esecutivo di un nuovo impianto di difesa idraulica a Soarza di Villanova. Il progetto prevede la costruzione di due impianti idrovori di sollevamento che andranno a rendere più sicuro anche Castelvetro.

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