“Allenare i bambini è stata la mia salvezza nei periodi bui della vita”

26 Ottobre 2024 08:12

Dietro agli occhi azzurri e ad un sorriso che non ammetterebbe dubbi, si nascondeva un disagio doloroso quanto invisibile per le altre persone. Quella di Mattia Baldini, esterno del calcio dei dilettanti piacentini oggi in forza allo Ziano, in realtà è una storia molto più comune di quanto si potrebbe pensare. L’unica differenza è che il 26enne di Rottofreno ha avuto il coraggio (da non confondere con debolezza) di aprirsi e raccontarla attraverso i social.

Giornata Mondiale della salute mentale

Un messaggio lanciato in occasione della Giornata Mondiale della salute mentale del 10 ottobre: “Se non si sta bene con la testa, ci si rinchiude in una sofferenza che annienta le nostre giornate. Per fortuna c’è chi è riuscito a darmi una mano, aiutandomi ad aprirmi all’ipotesi di un percorso psicologico personale. Sono tornato a dormire la notte, allenare i bambini e giocare a calcio con la serenità”. Poi l’appello rivolto a chi stava leggendo: “Non c’è niente da vergognarsi. Se qualcuno volesse parlarmene, lo ascolto”.

la confidenza a libertà

Qualche settimana dopo, il classe ’98 si confida anche con Libertà: “Ho vissuto un momento di grande difficoltà, dovuto di certo a problemi personali, ma anche al secondo grave infortunio, in pochi anni, subito sul campo da calcio. Senza la possibilità di giocare e vivere lo spogliatoio con i compagni, mi sono sentito perso e questo ha contribuito. Ho scelto di condividere quel messaggio perché molto spesso si sottovalutano queste situazioni e se ne parla poco, tra giovani e soprattutto nel mondo legato allo sport”.

allenare i “pulcini”

E mentre Mattia completava il percorso di studi – è già laureato in scienze motorie, ma sta per diventare nutrizionista – ecco una nuova svolta, sempre grazie a quel pallone che rotola, ma stavolta da una prospettiva diversa: “Allenare i “miei” pulcini dello Junior Calendasco mi ha regalato delle soddisfazioni immense, tanto che ho voluto tatuarmi la loro annata sull’avambraccio. Insieme all’altro mister, mio cugino Jacopo Trabacchi, li vediamo crescere giorno dopo giorno con grande passione”.

L’ARTICOLO DI PAOLO BORELLA SU LIBERTÀ 

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