Pizzamiglio eletto presidente della sezione vitivinicola di Confagricoltura Piacenza
29 Novembre 2024 10:00
A guidare la sezione di prodotto vitivinicola di Confagricoltura Piacenza è Stefano Pizzamiglio, titolare dell’azienda vitivinicola La Tosa di Vigolzone, eletto presidente mercoledì 27 novembre durante la prima convocazione della neo-eletta sezione.
Al suo fianco anche Giovanni Paolo Tavazzi nel ruolo di vice-presidente.
Oltre a lui, ai seggi sono stati confermati due nuovi ingressi, tra cui Cristian Galvani e Giuseppe Monteverdi.
Pizzamiglio è un nome molto noto nel panorama vitivinicolo Piacentino, ricopre il ruolo di vicepresidente del Consorzio Vini Doc dei colli piacentini ed è componente di Consiglio nazionale Fivi – Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti.
una storia di passione e innovazione
Nasce a Milano da mamma piacentina, destinato a seguire l’attività del padre medico, insegue, invece, la passione per il vino seguendo sin da giovanissimo i corsi dell’Associazione Italiana Sommeliers. Sviluppa l’attività con il padre e il fratello acquistando una cascina e i terreni adiacenti alla casa in campagna materna. Studia all’Università di Agraria di Piacenza con tesi in viticoltura e dal 1985 incomincia la produzione di vino, all’inizio frizzante, secondo la tradizione piacentina, avendo però già l’idea di esplorare la possibilità di produrre vini fermi. Conoscendo il territorio, decide con il fratello di seguirne la natura, facendo ricerca e producendo Sauvignon e Malvasia ferma (la prima Malvasia di Candia Aromatica vinificata ferma), Gutturnio fermo e Cabernet Sauvignon molto strutturato. Oggi l’azienda, che si sviluppa su 22 ettari, ha ulteriormente arricchito la produzione. Insieme a Stefano Pizzamiglio e al fratello, lavorano anche le rispettive mogli e i figli: una squadra coesa che gestisce l’azienda vitivinicola, l’agriturismo e il museo del vino.
le parole di pizzamiglio e gli obiettivi della nuova presidenza
“Sono onorato di questo incarico – ha dichiarato Stefano Pizzamiglio – e ringrazio per la fiducia. Il mio impegno sarà massimo con l’intento di dedicare tutte le energie possibili. Ringrazio Chiara Azzali per la precedente presidenza della sezione, per l’ottimo lavoro svolto, con la sua preziosa esperienza sarà per me fonte di consigli”.
Diversi i temi importanti da presidiare e sviluppare, di cui alcuni approcciati già in occasione di questo primo incontro.
“Proprio in quest’ultimissimi tempi – spiega Pizzamiglio – c’è stato un cambiamento per quanto riguarda l’Igt Emilia. È stato introdotto l’obbligo di chiudere le bottiglie con la fascetta, un appesantimento originato da problematiche della zona del Lambrusco. Già oggi le Igt (Identificazione Geografica Tipica) sono produzioni importanti, soprattutto per noi che con l’Igt Emilia portiamo in giro il nome di una regione conosciutissimo nel campo alimentare e anche in tutti i campi del vino. Il nome “Emilia” è molto noto – spiega l’esperto – però è comunque il primo gradino della piramide delle produzioni d’origine. Decidere di far portare una fascetta a un vino Igt quando una Doc, che è un gradino sopra, non ce l’ha porta di confusione anche a livello di comunicazione. In Italia c’è solo un altro caso di Igt con fascetta, una piccola realtà nel beneventano”.
La problematica – come evidenziato da più parti nell’incontro – pone questioni organizzative soprattutto per le piccole aziende che devono dotarsi di tutte le attrezzature necessarie.
“Si è creato un gruppo pilota di aziende su più province – sottolinea Pizzamiglio – Oggi ne abbiamo parlato anche con il direttore di Confagricoltura Piacenza, Marco Casagrande, che ha assicurato il supporto dell’associazione”.
Altri importanti temi trattati hanno riguardato situazioni specifiche di cantine sociali.
“Rispetto a certi altri comparti dell’agricoltura – ha concluso Pizzamiglio – riusciamo ancora a fronteggiare le crescenti difficoltà, però dobbiamo far sentire la nostra voce e manifestare le nostre esigenze. È dunque fondamentale che la sezione lavori come un gruppo coeso, già oggi sono arrivati importanti input e io mi auguro che si possa proseguire con il contributo costruttivo di tutti. Affrontare i problemi collettivamente per affrontarli meglio. Auspico che anche gli altri colleghi del settore vogliano partecipare di più e magari associarsi se ancora non l’hanno fatto. C’è voglia di fare, c’è entusiasmo!”. E per quanto riguarda la relazione con il Consorzio Vini Doc Colli Piacentini, conclude: “La parola fondamentale è “sinergia”. La prima cosa è comunicare tra di noi e relazionarci con e nel Consorzio per finalizzare le energie”.
© Copyright 2024 Editoriale Libertà
NOTIZIE CORRELATE