“Cinque euro ai bulli per essere lasciati in pace”: il racconto di un 16enne

08 Dicembre 2024 05:00

Cinque euro al giorno di pizzo per essere lasciati in pace. Si resta basiti di fronte alla testimonianza choc di uno studente sedicenne che frequenta una scuola superiore di Piacenza. Il suo racconto è una torcia che illumina il lato oscuro del disagio giovanile, fatto di bullismo, di aggressioni, di bande che agiscono fuori e dentro le scuole.

“L’anno scorso – racconta lo studente – avevano preso di mira un ragazzino, un amico. Avevano iniziato prima a bullizzarlo in classe. Poi la situazione è presto degenerata: hanno iniziato a chiedere cinque euro a testa per lasciarlo in pace. Se non li aveva, gli mandavano la foto di casa sua, minacciandolo.

E gli insegnanti? Non riescono a intervenire? “Non sanno nulla di quello che avviene fuori da scuola. Spesso non lo sanno nemmeno i genitori”.

Insomma, ci si difende come si può, ma spesso senza chiedere aiuto si rischia di peggiorare le cose. In balia del pericolo di un’aggressione fisica. O, ancor peggio, di una coltellata. Una possibilità, quest’ultima, tutt’altro che remota: “Ci sono bande, anche di venti o trenta minorenni che a scuola nemmeno vanno, specialmente migranti di seconda generazione, che girano sempre insieme armati di coltello e tirapugni, alla ricerca dell’occasione giusta”.

Da dove viene tutta questa violenza? C’entra anche quella cultura trap che sembra un po’ il collante tra i ragazzi di strada? “E’ assolutamente così”.

L’articolo di Pier Paolo Tassi su Libertà

 

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