Addio a Giorgio Groppi: dal forno di famiglia alle sculture sacre
13 Gennaio 2020 16:37
Addio a Giorgio Groppi, decano degli scultori piacentini. I funerali dell’artista si sono svolti oggi pomeriggio nella chiesa del Corpus Domini, la parrocchia dove era nato nel 1927. Componente del nucleo fondante di quella comunità parrocchiale, insieme ad altri amici, Groppi aveva contribuito direttamente al completamento dell’edificio sacro, realizzando due Crocifissioni, le vetrate, una formella. A porgere il cordoglio ai figli Antonio e Italo anche artisti di generazioni diverse, con i quali Groppi aveva stretto un rapporto non solo professionale, ma anche umano.
Il padre Antonio era proprietario del più grande panificio cittadino e di un negozio di pane e pasta.
Amava l’arte e si era iscritto all’istituto Gazzola, allievo di Francesco Ghittoni, per appassionarsi prima alla pittura, quindi, dal secondo dopoguerra, alla scultura. Dotato di grande professionalità, Groppi era molto legato alla ricerca compiuta dal suo maestro, Marino Marini, ma rielaborata con originalità.
Pur avendo continuato a contribuire all’attività del forno e della pasticceria di famiglia, Groppi aveva cominciato a esporre nel 1948, dedicandosi poi dalla fine degli anni Sessanta esclusivamente all’arte. Varie sue sculture arredano palazzi e cortili cittadini.
Significativo l’apporto all’arte sacra, con le opere custodite nelle chiese del Corpus Domini (sculture e le vetrate), di San Domenico a Borgotaro, in S. Donnino a Piacenza, nel santuario della Madonna della Quercia a Bettola, nella chiesa di Santa Francesca Cabrini a Codogno; poi le state di Papa Gregorio X (1998), nell’atrio della basilica di S. Antonino, Santa Giustina nel Duomo di Piacenza (2001), S. Colombano nell’omonima abbazia a Bobbio (2002), Padre Pio nel piazzale della Santissima Trinità a Piacenza (2003), S. Antonino a Travo (2004), S. Savino (2004) nell’omonima parrocchiale piacentina, di Papa Giovanni Paolo II nell’oratorio di Caorso.
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