La direttrice d’orchestra: l’eredità che ci ha lasciato Antonia Brico

C’è un libro appena uscito di cui tutti già parlano perché racconta una storia straordinaria. E’ quella di Antonia Brico, prima donna a salire sul podio di un’orchestra e a divenire celebre in un’epoca in cui per le donne era impensabile – tuttora, va detto, sussistono gap culturali notevoli.
La biografia di Brico è scritta da Maria Peters, sceneggiatrice e regista tedesca, e s’intitola “La direttrice d’orchestra” (Longanesi, 272 pp, 18.60 euro). L’autrice riesce davvero nel suo intento: rendere omaggio ad Antonia, nata a Rotterdam nel 1902 e morta a Denver nel 1989, ma soprattutto alla sua forza, unita alla grande passione e a un talento indiscutibile per la musica. Nota curiosa: la cantante Judy Collins, qualche anno fa le aveva fatto lo stesso omaggio con il documentario “Antonia: a portrait of a woman”.
Era figlia di una mamma single, Antonia, quindi le toccò l’unico destino possibile a quel tempo: essere adottata. Successivamente si trasferì negli Stati Uniti. Purtroppo, però, la nuova famiglia era fortemente disfunzionale, tanto da impedirle ciò che Antonia voleva, e aveva capito di volere, sin dai suoi primi passi sul pianoforte. La musica era il suo destino, contro tutto e tutti, con lo stesso impeto della V Sinfonia di Beethoven. Così, da ragazzina lei fugge e si riprende, con un moto di orgoglio, il cognome della madre vera. Prosegue lo studio della musica forsennatamente e, quando non studia, suona in bettole malfamate per racimolare qualche dollaro. Ben presto, Antonia capisce di voler dirigere un’orchestra, dopo essere stata folgorata dal mestiere che le era interdetto. E’ disposta a scalare l’impossibile e la sua scalata comincia da Berlino – in un’epoca, ricordiamocelo, in cui non era già il massimo della tranquillità recarsi in Germania. Musicalmente, però, là trova il meglio e debutta nel 1930 nientemeno che con i Berliner Philharmoniker.
L’inizio di carriera è eclatante almeno quanto le insidiose difficoltà che Antonia Brico sarà costretta ad affrontare, una volta rientrata negli Stati Uniti – e chi l’avrebbe mai detto, altri tempi!
La biografia di Maria Peters racconta tutta la sua vita, inclusi i suoi amori, anche artistici, facendocela amare profondamente, questa Antonia femminista prima del femminismo. Donna e Artista contro tutto e tutti. Grandiosamente.

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