Due pescatori illegali a Soarza: sequestrati reti e 200 chili di pesce
13 Marzo 2024 12:38
Due pescatori illegali sorpresi sul Po dai carabinieri forestali sono stati denunciati per bracconaggio ittico in acque interne e maltrattamento di animali. Sequestrati 500 metri di reti, un elettrostorditore e 200 kg di pesce.
L’intervento, sulla base di segnalazioni dei Guardia Pesca Volontari, è avvenuto intorno alle quattro del mattino di lunedì 11 marzo in un’area golenale del Po, in un lago di cava a Soarza nel comune di Villanova. I militari, appostati dall’imbrunire, hanno sorpreso i due bracconieri, di origine romena, intenti ad issare le reti a bordo di un gommone. Terminate le operazioni di trasbordo dei materiali e del pescato, i due uomini stavano per andarsene: a quel punto è scattato il controllo dei Carabinieri Forestali.
Tra i vari strumenti presenti nell’auto i militari hanno rinvenuto un “elettrostorditore”, strumento in grado di emanare scariche elettriche all’interno della colonna d’acqua al fine di stordire o mettere in fuga il pesce verso trappole disseminate appositamente in luoghi strategici del fiume, come insenature o lanche.
A conclusione dell’accertamento i soggetti sono stato ritenuti responsabili dei reati di bracconaggio ittico in acque interne e maltrattamenti di animali ed è scattato il sequestro del mezzo su cui stavano viaggiando, dei due gommoni, dei cinquecento metri di reti da pesca, del pescato (carpe, pesci gatto, amur, pesci siluro e lucci perca) e di tutti gli strumenti di pesca illegali.
I danni causati dagli elettrostorditori – I Carabinieri Forestali evidenziano che ad essere gravemente minacciata dall’impiego di elettrostrorditori, oltre alle specie ittiche oggetto di pesca, è anche l’ittiofauna minore, i crostacei e i molluschi che rimangono accidentalmente uccisi dall’utilizzo di questi metodi di pesca estremante letali e per nulla selettivi.
La piaga del bracconaggio – Da diversi anni i delicati ambienti fluviali del bacino padano sono sempre più minacciati da casi di bracconaggio ittico, perpetrati da pescatori irregolari che catturano ingenti quantità di pesce utilizzando metodi di pesca vietati, che perturbano pesantemente gli habitat di acque dolci.
L’attività di contrasto alla pesca illegale, compito specifico della specialità forestale dell’Arma dei Carabinieri, svolta in sinergia con i pescatori e i volontari delle diverse località, ha contribuito in maniera sostanziale ad una riduzione degli episodi di bracconaggio lungo l’intera asta fluviale del Po.
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