‘SEI’, un progetto letterario di Medicina narrativa per un nuovo rapporto tra medico e paziente
22 Febbraio 2024 15:46
È stato presentato oggi a palazzo Ferro Fini, sede del Consiglio regionale del Veneto, il libro ‘SEI’, Felici Editore, curato dal collettivo di scrittori ‘Scriviperbene’.
Si tratta di un progetto letterario di Medicina narrativa, nato dalla collaborazione tra sessantasei scrittori e altrettanti pazienti oncologici, i quali hanno donato le proprie parole affinché diventino racconti esperienziali in grado di restituire speranza e fiducia, anche di fronte a gravi patologie. Erano presenti diversi amministratori dell’area Berica.
La presentazione è stata voluta e promossa dalla consigliera regionale Chiara Luisetto
(Pd), che ha sottolineato “le forti emozioni provate di fronte a un volume non certo banale, capace di raccontare tante storie pregne di significato. Storie di malattia e di vita. Grazie a questo libro, mi si è aperto un mondo prima sconosciuto: quello della Medicina narrativa. Ho scelto di presentare la pubblicazione in un luogo così prestigioso, come lo è la sede del Consiglio regionale, perché credo possa essere un modo per dare voce, attraverso la creatività degli scrittori, alle esperienze, non solo di malattia, ma soprattutto di cura. Penso che la Medicina narrativa rappresenti proprio un nuovo approccio alla cura, dando vita a un diverso rapporto tra medico e paziente. È uno strumento per attraversare, con una luce nuova, i momenti difficili che inevitabilmente si palesano davanti a un malato nelle varie fasi della patologia. Perché è proprio in quei momenti, così drammatici, che i pazienti si trovano nell’impossibilità di condividere il proprio dolore, le proprie esperienze. Così, attraverso la Medicina narrativa, le loro parole danno in qualche modo forma e ordine al caos generato dalla malattia”.
“Grazie a questo progetto letterario – ha concluso Chiara Luisetto – ritorniamo a dare voce a quanti hanno affrontato un percorso di malattia e di cura impegnativo e, al contempo, rafforziamo il legame tra medico e paziente. Ma il libro non parla di malati, bensì di donatrici e donatori di parole. Di parole scritte che sanno curare. Per me è quindi un piacere e un onore ospitare oggi tante donne coraggiose e presentare un libro dal forte contenuto”.
Rita Chiari, Direttrice UOC Oncologia A.O. ‘Ospedali Riuniti Marche Nord’, oncologo clinico, ha esternato tutto il proprio convincimento sul fatto che “l’Oncologia è un osservatorio privilegiato sulla vita, non certo sulla morte. E la Medicina narrativa rappresenta uno strumento di cura in grado di affiancare la tradizionale, e comunque insostituibile, medicina basata sulle evidenze. Resta infatti fondamentale la competenza del medico, ricercata sempre dal malato. Ma, attraverso questo progetto innovativo, possiamo instaurare una comunicazione bidirezionale tra il professionista sanitario e il proprio paziente, con il primo in grado di tradurre i termini scientifici in parole facilmente comprensibili dalla persona che si trova di fronte, e con il secondo messo nella condizione di poter raccontare il proprio percorso esistenziale, che deve far parte della sua cartella clinica. La Medicina narrativa rappresenta una nuova postura per il medico nel rapporto con i pazienti. Questa mia idea si è potuta concretizzare nel momento in cui ho conosciuto il collettivo di scrittori ‘Scriviperbene’, a cui ho chiesto di tradurre in storie di vita il valore della malattia dei pazienti, perché sono convinta che le parole possano riempire i vuoti di un’esistenza. Ho semplicemente fatto da tramite tra i sessantasei scrittori e i sessantasei malati. Pazienti che hanno donato ciascuno sei parole, mentre stavano vivendo diverse fasi della malattia oncologica. Alcuni di loro sono guariti, perché oggi di Cancro, grazie al cielo, si può guarire; le storie di altri, invece, sono state raccontate dai loro familiari”.
Arianna Lorenzetto, curatrice e scrittrice, ha sottolineato come “la nostra voce può diventare anche parola scritta e noi abbiamo voluto mettere nero su bianco le voci dei pazienti oncologici. Parole che sono state donate proprio affinché le tante voci potessero raggiungere moltissime persone. Credo che la Medicina narrativa rappresenti uno strumento per tradurre per iscritto le nostre emozioni, il nostro vissuto. E sottolineo che si tratta di un progetto benefico: tutti i proventi derivanti dalla vendita del libro andranno alla UOC diretta dalla professoressa Chiari per l’acquisto di nuove strumentazioni”.
“Il libro è uno strumento per chi l’ha scritto, per chi ha donato le parole e per chi lo leggerà: 6 parole, 66 donatori, 66 scrittori, 66 racconti, per te che Sei lettore”, ha chiosato la curatrice.
Maria Laura Rosati, scrittrice e curatrice, medico dermatologo ma con la passione per la scrittura, ha spiegato la struttura del libro “sessantasei scrittori, sessantasei pazienti, donatori, ciascuno, di sei parole; racconti di circa seimila battute, articolati in sei capitoli”. “SEI è un progetto letterario di Medicina narrativa – ha spiegato la scrittrice – Il rapporto tra scrittore e donatore è avvenuto esclusivamente attraverso le parole. Parole che sono state importanti lungo il percorso terapeutico e che diventano ora dono per chi legge il libro e per chi ha costruito un racconto su queste parole, ovvero i sessantasei scrittori.
“Ho collaborato a questo progetto con grande piacere in quanto sono stata anch’io paziente oncologica e devo ringraziare la professoressa Chiari per tutto quello che ha fatto per me – ha confidato la dottoressa Rosati – Il gruppo ‘Scriviperbene’ è fluido e inclusivo, mette assieme, per scopi benefici, scrittori provenienti da tutta Italia. Abbiamo chiesto ai nostri scrittori di trasformare le parole in racconti di vita, non necessariamente di malattia, la quale, certamente, è presente ma non rappresenta l’orizzonte finale che, invece, si apre alla speranza. Anche ridando umanità ai pazienti che, in effetti, sono un numero, ma non solo quello…”.
Silvia Raviola, donatrice di parole, ha raccontato la propria storia di “malata oncologica, guarita, nel fisico e nell’anima, dopo un difficile percorso di cure. Il momento della diagnosi della malattia è stato per me uno tsunami di dolore e devastazione, ma poi ho saputo affrontare le cure con forza e coraggio, anche grazie a Centri sanitari di assoluta eccellenza. Ho donato le parole perché sono convinta che queste racchiudano un grande valore, sintetizzando emozioni forti”.
In rappresentanza degli amministratori dell’area Berica intervenuti, ha preso la parola il Sindaco di Poiana, Paola Fortuna, che ha evidenziato come “la Medicina narrativa è in grado di affrontare le nuove sfide della sanità moderna: non solo curare, ma prendersi cura del paziente, condividere con esso le esperienze, dimostrando capacità di ascolto. Siamo di fronte a un nuovo approccio con i malati, in cui le parole possono essere veramente potenti. Ringrazio di cuore tutte le donne coraggiose che hanno voluto mettere nero su bianco le proprie esperienze di vita”.
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