Consiglio Veneto, via libera alla legge sugli interventi a sostegno dei progetti a beneficio comune
09 Aprile 2024 18:54
Il Consiglio regionale del Veneto ha dato oggi il via libera, con 39 voti favorevoli e un astenuto, alla legge regionale che disciplina gli interventi a sostegno dei progetti a beneficio comune, primo firmatario e relatore d’Aula, il consigliere Roberto Bet (Lega-LV), correlatore Arturo Lorenzoni (Portavoce opposizione).
Come ricordato anche dal relatore, la legge consentirà alla Regione del Veneto di promuovere la partecipazione, l’iniziativa e il sostegno dei soggetti privati nella realizzazione di progetti che perseguono uno o più effetti positivi per il territorio regionale, anche in termini sociali, culturali o ambientali, in conformità anche con gli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’Onu per lo Sviluppo Sostenibile. Si vuole rafforzare il principio di sussidiarietà che, alla luce di una rinnovata responsabilità sociale d’impresa, indica il coinvolgimento delle imprese nella realizzazione di progetti a beneficio comune sull’intero territorio regionale. Gli attori della legge sono le imprese cosiddette ESG che realizzano investimenti aventi finalità di sostenibilità ambientale, responsabilità sociale e qualità della governance aziendale, e in particolare le società benefit (sono circa 234 quelle presenti in Veneto) che, così come definite dalla legge nazionale n. 208 del 2015 (legge di stabilità per l’anno 2016), nell’esercizio di un’attività economica, oltre allo scopo di dividerne gli utili, perseguono una o più finalità di beneficio comune. A tali scopi, sono previsti tra l’altro, una dotazione finanziaria di circa 200mila euro, un registro di società benefit, una piattaforma digitale in cui Regione, comuni e imprese possono condividere i progetti.
Il consigliere Lorenzoni, nel corso della correlazione, ha rilevato come “La proposta legislativa abbia aspetti positivi, ma potrebbe essere più ambiziosa. Le società benefit non sono filantropiche, ma modificano l’azione imprenditoriale integrandola con un’azione di beneficio sociale: ad esempio, assumendo persone con disagio, utilizzando servizi da parte di imprese sociali, prendendosi cura di beni comuni, scegliendo tecnologie sostenibili, ma questo processo deve essere integrato con il territorio. Inoltre, nella formulazione originaria, i progetti beneficiari indicati erano di enti pubblici o guidati da enti pubblici attraverso partnership e convenzioni, rischiando di escludere iniziative più innovative e dinamiche del privato sociale”.
Il consigliere Stefano Valdegamberi (Gruppo misto) ha manifestato di non condividere l’impostazione ideologica che regge la proposta legislativa: “Ciò non significa non apprezzare il lavoro del proponente, ma sottolineare che i principi che stanno alla base della stessa proposta vengono elaborati da pochi illuminati che propongono formule destinate a limitare la libertà personale prescindendo dalla rappresentanza popolare, elaborate in forum economici che poi passano i principi ai vari parlamenti sovranazionali, i quali a cascata poi li impongono ai vari parlamenti locali. La politica è spettatrice di fronte a questo sistema, non è protagonista”.
La capogruppo del Partito Democratico Vanessa Camani ha rilevato che “La legge delega all’impresa privata la necessità di affrontare i cambiamenti che le società moderne si trovano ad affrontare: la politica non traghetta più, e ciò mina l’impianto democratico delle nostre comunità. I bisogni sociali, il lavoro, in particolare delle donne, le trasformazioni ambientali non vengono trattati, e il legislatore regionale dovrebbe preoccuparsi del fatto che la politica non è più protagonista proponendo cambiamenti con un’azione proattiva. La funzione della Regione del Veneto è limitata, in sostanza, alla creazione di un registro, ma non guida; approvando questa legge non si crea un danno, ma essa non rappresenta un cambio di marcia: quale sarà quindi il ruolo del decisore nell’orientare, nel redistribuire, nel ridurre le distanze? Cosa farà il Veneto per essere interlocutore serio delle imprese benefit e per essere un interlocutore credibile rispetto ai bisogni che oggi non ricevono risposte da questa Regione?”.
Secondo la consigliera Cristina Guarda (Europa Verde) l’unica forma di impresa possibile è quella che coniuga creazione di reddito e finalità socio-ambientali, endiadi oramai inscindibile. La legge è inserita nella cornice costituzionale e statutaria del Veneto delineata dal principio di sussidiarietà orizzontale, ma andrebbe richiamato anche il novellato articolo 41 della Costituzione il quale, nel ricordare che l’iniziativa economica privata è libera, afferma che essa non possa svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana: la legge, poi, determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali e ambientali.
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