Audizione Conferenza presidenti Assemblee legislative Regioni e Province autonome Camera Deputati
11 Aprile 2024 16:43
Si è svolta oggi a Roma, presso la Commissione Politiche Europee della Camera dei Deputati, l’audizione dei rappresentanti della Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome, nell’ambito dell’esame della Relazione annuale 2022 della Commissione europea sull’applicazione dei principi di sussidiarietà e di proporzionalità e sui rapporti con i parlamenti nazionali, oltre che sul dialogo politico della Commissione europea con i Parlamenti nazionali.
“Nel 2022 l’attività delle Assemblee legislative regionali ha visto l’approvazione di provvedimenti significativi sulla lotta alla violenza contro le donne, la necessità di norme armonizzate sull’accesso equo ai dati e sul loro utilizzo, la transizione energetica e sui risultati della Conferenza sul futuro dell’Europa”, ha affermato il Presidente del Consiglio Regionale del Veneto Roberto Ciambetti, che ha partecipato all’audizione in qualità di delegato per le Politiche europee della Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome oltre che membro del Comitato europeo delle Regioni. “Personalmente, sono stato l’unico rappresentante italiano in seno alla Conferenza per il futuro dell’Europa per il Comitato delle Regioni. In quella sede, il nostro obiettivo principale è stato quello di cercare di rafforzare il ruolo degli enti regionali nel funzionamento dell’UE. Abbiamo auspicato che la Conferenza sul futuro dell’Europa potesse dare il via a una seria riflessione su come rafforzare il ruolo dei Parlamenti sia nazionali che regionali nel processo decisionale europeo e sperato che le conclusioni della Conferenza fossero in linea con i principi di sussidiarietà e proporzionalità e che non venissero utilizzate strumentalmente dalle Istituzioni dell’UE per spingere verso una maggiore centralizzazione. Oggi le Regioni sono responsabili dell’attuazione della maggior parte della legislazione dell’Unione, ma la loro influenza nel processo decisionale è marginale e il peso degli enti locali e regionali nell’Unione è minimo. Ciò è anacronistico, oltre che diseconomico”, ha affermato il Presidente Ciambetti. “L’esclusione delle Regioni dal processo decisionale è una delle cause della debolezza dell’Unione stessa: il peso del Comitato delle Regioni nel processo decisionale va rafforzato. Occorre conferirgli un ruolo più incisivo nell’architettura istituzionale europea in quegli ambiti di intervento che hanno competenza territoriale, rendendo la sua consultazione obbligatoria. Chi vuole costruire un’Europa dall’alto, partendo da un centralismo burocratico, è destinato al fallimento perché si pone contro la sussidiarietà e contro i valori fondanti l’Unione europea. Va capovolto il modo in cui si fanno le norme, il cittadino va posto al centro degli interessi generali e le autonomie territoriali sono lo strumento migliore per farlo. Non c’è Europa senza le regioni e le città, che hanno scritto la storia del nostro Continente e che oggi vogliono dare il loro contributo insostituibile nel segno della sussidiarietà e della leale collaborazione e cooperazione tra i diversi livelli istituzionali”, ha proseguito Ciambetti. “In questa prospettiva una revisione dei Trattati dovrebbe portare ad un maggiore coinvolgimento del livello regionale nel processo decisionale dell’UE, dando voce a oltre un milione di rappresentanti politici eletti a livello regionale e locale in Europa e ricordando che oggi nella UE circa 200 milioni di cittadini vivono in regioni in cui sono presenti Parlamenti legislativi. L’utilizzo fatto sinora dalla Commissione europea del principio di sussidiarietà sembra tautologico: la Commissione ripete i suoi ragionamenti e le sue proposizioni senza aggiungere nuovo significato a quanto detto. I punti la cui attuazione ritengo invece imprescindibile sono l’allungamento dei tempi previsti per l’espressione dei pareri motivati, l’abbandono dell’utilizzo sempre più frequente di Regolamenti, più vincolanti, in favore di Direttive, più elastiche; il rafforzamento della partecipazione alle consultazioni pre-legislative e l’istituzione di un comitato di monitoraggio permanente incaricato di esaminare la legislazione futura e quella vigente. La sussidiarietà attiva e la governance multilivello sono principi basilari e caratteristiche fondamentali del funzionamento dell’UE e della responsabilità democratica: l’appello che faccio quindi è per un utilizzo sistematico di una definizione di sussidiarietà concordata congiuntamente da tutte le istituzioni dell’UE. Lo scopo della sussidiarietà non è quello di impedire l’azione a livello europeo, bensì di individuare il livello di governo che dovrebbe assumere il ruolo guida per una legislazione efficace”, ha concluso Ciambetti.
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