“La bambina dai piedi scalzi”, un viaggio emozionante tra natura, avventure e cultura capoverdiana
29 Aprile 2024 16:00
Julinha è una bambina di sei anni che abita nell’isola di Sal, nell’arcipelago di Capo Verde. Vivace e piena di energia, ama camminare a piedi nudi e giocare con i suoi amici, compagni di mille scorribande. Toccare la terra rossa e sabbiosa dell’isola senza il filtro delle scarpe le permette di sentirsi libera, a contatto con la natura, non importa quante volte i suoi amichetti abbiano cercato di convincerla a indossarle. Lei e le avventure che vivrà insieme alla sua simpatica compagnia sono i protagonisti del libro “La bambina dai piedi scalzi”, prima storia per l’infanzia della giovane autrice Jessica Fortes, pubblicata per il Gruppo Albatros il Filo.
Il libro è un omaggio alla terra d’origine dell’autrice, un modo per cercare di far conoscere ai bambini italiani un mondo e una cultura diversi e distanti dalla propria. Il titolo, oltre a richiamare l’abitudine della piccola Julinha, si ispira alla famosa cantante capoverdiana Cesaria Evoria, che era solita esibirsi a piedi nudi.
“Sono nata e cresciuta in Italia, però ho passato tante estati a Capo Verde, da piccola. È lì che ho i ricordi d’infanzia più belli: passavo molto tempo per strada con i miei amici, giocavamo, ci raccontavamo delle storie… cose che forse oggi non si fanno più tanto, ma che, senza cellulari o social, ci permettevano di vivere appieno l’amicizia, il tempo da trascorrere insieme” racconta Fortes ai microfoni di Se Scrivendo, il salotto letterario targato CaosFilm. Il libro nasce infatti per offrire ai bambini in Italia la possibilità di immaginare un mondo diverso, dove è possibile giocare ogni giorno all’aperto e vivere mille avventure, lontano dagli schermi e dagli stimoli digitali, per sentire invece il proprio corpo in relazione alla natura, all’altro, a sé stesso.
La natura ha un ruolo centrale: è fonte di cibo e nutrimento, ma anche un’amica fedele alla quale prestare ascolto, portatrice di salute e custode di misteri. L’autrice descrive con immagini vive e suggestive il panorama dell’isola di Sal, uno dei due poli più conosciuti e frequentati dai turisti di Capo Verde. Tra le pagine scopriremo alcuni luoghi segreti e mozzafiato come l’occhio blu di Buracona, le saline o il maestoso Monte Leão, il cui nome gli è stato attribuito per via della sua forma che richiama un leone. È impossibile non rimanere affascinati dalla descrizione dei luoghi e dalle leggende che li avvolgono, presi dalla stessa curiosità travolgente dei piccoli protagonisti dei racconti.
Julinha e i suoi amici sono le guide d’eccezione di queste tenere storie: lei sveglia e scalmanata, Bety più timorosa e riservata, Calù scherzoso, divertente e premuroso. Le loro differenze li uniscono e completano, rendendoli una squadra inseparabile e sempre pronta a darsi una mano di fronte alle difficoltà. Nel corso del primo racconto, tuttavia, al trio si aggiunge un altro componente: un asinello smarrito che i bambini incontrano di ritorno dall’orto di Terra Boa, che Julinha chiamerà Ziplin.
La sincerità dell’amicizia che lega i protagonisti dei racconti si manifesta pienamente nel secondo racconto, ambientato durante il Festival di Santa Maria. Il comune ha organizzato una gara di funanà per bambini, e il vincitore otterrà in premio una bicicletta. Fortes ci porta a vivere l’anima scherzosa e accesa dalla musica delle isole di Capo Verde, raccontando le danze e i costumi tradizionali che inondano le strade nel periodo delle feste. I tre bambini non potevano rinunciare alla possibilità di vincere un premio così ambito, per questo decidono di partecipare tutti insieme. A causa di un imprevisto rischieranno di non arrivare in tempo per la gara, ma dopo lunghe peripezie e una danza scatenata, grazie alla gentilezza dei bambini nessuno rimarrà a mani vuote.
La fantasia è il più grande strumento di cui dispongono i bambini. In assenza di videogiochi o supporti digitali di varia natura, infatti, il trio ha l’occasione di inventare per intero le proprie avventure, senza condizionamenti. È un esercizio con cui sono cresciute le generazioni precedenti alla rivoluzione digitale, ma che oggi sembra si stia perdendo, lasciando sempre più vuoti i parchi e i prati, per riempire le camerette di schermi luminosi. L’autrice è in grado di coinvolgere i suoi lettori, di incuriosirli grazie alla gioia esuberante e al desiderio di scoperta che animano ogni pagina: nel mondo che descrive è ancora possibile giocare ai pirati correndo a perdifiato e arrampicandosi sugli alberi, si conoscono i nomi degli animali e delle piante, il senso di libertà è totale e porta con sé una buona dose di responsabilità. Non a caso i bambini di Sal appaiono smaliziati e responsabili, più grandi e maturi rispetto alla loro età.
La caratteristica più interessante dello stile di Jessica Fortes è di riuscire a conservare, nei quadri narrativi da lei proposti, i colori, i profumi, i suoni della terra di origine dei suoi genitori. L’infanzia vissuta a cavallo tra l’Italia e Capo Verde emerge tra le sue pagine con tutta l’esuberanza del desiderio di far toccare questi due mondi geograficamente e culturalmente tanto distanti. “Quando tornavo in Italia, dopo le vacanze estive, non vedevo l’ora di insegnare ai miei compagni di classe i nuovi passi di danza che avevo imparato, i ritmi delle nuove canzoni che avevo ascoltato o i giochi con cui mi ero divertita. La sorpresa più grande è stata quando ho scoperto che uno dei giochi che facevo a Sal esisteva anche in Italia, la campana: sono stata felicissima!” racconta entusiasta l’autrice ai microfoni di #Librindiretta, durante un’altra delle sue interviste. Il suo lessico include spesso le parole di Sal, accuratamente spiegate e approfondite al termine di ogni capitolo, per arricchire l’immaginazione e ampliare il bagaglio culturale dei lettori.
La spinta divulgativa di Jessica Fortes, oltre che dal linguaggio e dalle tradizioni del luogo, passa anche dalla storia: nascoste qua e là tra i racconti, infatti, troveremo alcune pillole che richiamano le radici di Capo Verde, dalla sua scoperta nel 1456 al profilo di alcuni dei personaggi che hanno fatto la storia. Affascinati dalle avventure e dalle marachelle di ogni tipo dei tre piccoli protagonisti, i giovani lettori potranno dunque apprendere aspetti nuovi e diversi della storia, ampliando i propri orizzonti. Non mancheranno, poi, riferimenti agli strumenti e alla tradizione musicale dell’arcipelago, oltre a numerosi accenni alla cucina capoverdiana, ricca di sapori speziati e profumi avvolgenti.
Spensieratezza, amicizia, senso di appartenenza: “La bambina dai piedi scalzi” è un libro che, con grande semplicità, coniuga valori e avventura, intrattenimento e conoscenza. I dieci racconti di Jessica Fortes lasciano volare la fantasia e l’immaginazione verso luoghi esotici e affascinanti, ricchi di una cultura tutta da scoprire e dalla quale lasciarsi sorprendere. La giovane autrice ci consegna un libro perfetto per i lettori più piccoli, ma dedicato a tutta la famiglia: attraverso la condivisione delle storie, infatti, per i bambini è possibile immergersi in un mondo ancora sconosciuto e inesplorato, mentre gli adulti potranno uscire dalla propria zona di comfort e dalle sovrastrutture della quotidianità per riscoprire la bellezza e la varietà delle culture più disparate. Un libro che esalta il valore dell’amicizia e del coraggio, che invita al rispetto per la natura e per tutti i suoi abitanti e che soprattutto ci spinge a non smettere mai di credere nei propri sogni.
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