La nuova Luna Rossa salpa a caccia dell’America’s Cup, a bordo il piacentino Voltolini
14 Aprile 2024 03:00
È stata varata ieri a Cagliari la nuova Ac75 di Luna Rossa.
È così partita la nuova avventura della barca che cercherà di portare in Italia la Coppa America. La madrina dell’inaugurazione è stata come al solito Miuccia Prada accompagnata dal patron Patrizio Bertelli.
Poi la fatidica frase: “Io ti battezzo Luna Rossa”. Con la bottiglia di spumante che si è schiantata sulla scocca argentata della nuova barca dai colori argento, grigio e rosso con due ali gialle che la faranno “volare” sull’acqua.
Un componente dell’equipaggio, ormai un veterano, è il piacentino Enrico Voltolini, intervistato per il quotidiano Libertà da Angela Marinetti.
UN PIACENTINO SU LUNA ROSSA – IL SERVIZIO DI ANGELA MARINETTI PER LIBERTÀ
Ci siamo. Con il varo di Luna Rossa AC75 parte la nuova sfida all’America’s Cup, il trofeo più famoso e prestigioso nello sport della vela e, dal 1851, la più antica competizione sportiva internazionale.
La formula è quella delle regate di match race, cioè tra due yacht che gareggiano uno
contro l’altro. L’obiettivo per il Team Prada Pirelli, diretto dallo skipper Max Sirena, è quello di portare il trofeo, nelle mani della Nuova Zelanda dal 2017, per la prima volta in Italia, dopo 173 anni.
Per il piacentino Enrico Voltolini, 38 anni, ingegnere nautico, dal 2018 nel Team Luna Rossa Prada Pirelli, questa è la seconda Coppa America, dopo la 36esima edizione del 2021.
Alla vigilia della presentazione del nuovo monoscafo lo abbiamo raggiunto al telefono nella base di Cagliari.
Come ha vissuto questi tre anni, dopo l’adrenalinica avventura del 2021 nella baia di Auckland? Che cosa è cambiato nella sua vita personale e professionale?
“Sono diventato papà proprio durante l’ultimo periodo in Nuova Zelanda. E questo è già un bel cambiamento radicale di vita. L’esperienza della mia prima Coppa America mi ha fatto crescere moltissimo, ho imparato davvero tanto. Al rientro in Italia mi sono fermato un anno. Ho lavorato come velista e per il cantiere Persico Marine di Nembro
(Bergamo), che è quello che realizza le barche di Luna Rossa”.
Quando è ricominciato invece il lavoro per la nuova imbarcazione che lancia la nuova sfida all’America’s Cup?
“Stiamo lavorando a Cagliari da due anni, sia per mettere a punto l’imbarcazione che per la preparazione atletica dell’equipaggio e lo sviluppo dell’energia a bordo”.
Ci spiega il suo ruolo a bordo, da grinder alla nuova figura di cyclor che cosa cambia?
“Dallo sviluppo della potenza con le braccia si è passati a quello con le gambe. Le scelte fatte sono legate soprattutto al peso, perché il ruolo di cyclor, ciclista, prevede un peso corporeo sui cento chili, ma un profilo del genere è difficile da trovare nel ciclismo classico. Abbiamo quindi guardato soprattutto al canottaggio. Io ad esempio vengo dal nuoto, gli altri cyclor sono tutti grandi campioni di canottaggio”.
In vista delle nuove sfide in acqua qual è il suo impegno quotidiano?
“L’allenamento è molto impegnativo perché comprende due, tre ore di bicicletta, più il lavoro in palestra con i pesi e poi il training in mare”.
Oltre al ruolo di cyclor lei riveste anche quello di boat captain dell’AC40, l’imbarcazione su cui si disputano le regate giovanili e femminili.
“Quello di boat captain è un ruolo più gestionale e organizzativo, di coordinamento di un sailing team su barche piuttosto complesse. È un lavoro che si svolge più a terra che in mare. Il mio compito è fare in modo che la barca sia pronta per effettuare quanti più giorni di navigazione possibili, e quindi coordinare i vari dipartimenti perché questo avvenga. Ho lavorato come boat captain per tutto il periodo delle regate che si sono chiuse l’anno scorso a Gedda, in Arabia Saudita, e anche più di recente”.
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