Cei, Chiara Griffini nominata presidente del Servizio nazionale tutela dei minori

23 Maggio 2024 14:50

La dottoressa Chiara Griffini è stata nominata dalla Conferenza episcopale italiana presidente del Servizio nazionale Tutela dei minori e delle persone vulnerabili.

L’incarico era in precedenza affidato al vescovo di Ravenna Cervia monsignor Lorenzo Ghizzoni; ora, dopo il cambio di Statuto che prevedeva il ruolo di presidente riservato a un Vescovo, è stato possibile affidarlo anche a un laico.

Chiara Griffini, 47 anni, originaria di Brembio in provincia di Lodi è psicologa forense laureata all’Università Cattolica di Milano. È attualmente ausiliario presso la Procura del Tribunale per i minorenni di Milano e presso la Procura del Tribunale ordinario di Milano e di Lodi ed ha un’ampia esperienza come formatrice di percorsi di coppia in ambito clinico. Perito al Tribunale ecclesiastico regionale emiliano, ha conseguito la licenza in psicologia della vita consacrata e del ministero ordinato alla Pontificia Università Regina Apostolorum di Roma.

Nel dicembre 2023 è stata inserita da papa Francesco tra i consultori del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita.

La soddisfazione del vescovo Adriano Cevolotto

Nella diocesi di Piacenza-Bobbio dal luglio 2019 Griffini è referente del Servizio Tutela minori, istituito dopo l’approvazione delle Linee Guida del settore da parte della Cei.

Soddisfazione è stata espressa dal vescovo mons. Adriano Cevolotto, impegnato a Roma per l’assemblea generale dei Vescovi italiani nel corso della quale è stato dato l’annuncio della nomina. “Riconosco – ha commentato monsignor Cevolotto – la professionalità della dottoressa Griffini. In questi anni in diocesi abbiamo beneficiato della sua competenza”.

Tutelare è educare

“Tutelare i minori e le persone vulnerabili non è solo prevenire e contrastare qualcosa di dannoso, che è già importante come protezione del bene in atto – aveva scritto nel settembre 2023 Griffini nella pubblicazione edita dal settimanale Il Nuovo Giornale «Lo custodì come pupilla del suo occhio»”. “Proprio per la sua etimologia, il verbo tutelare – sono sempre le sue parole – comporta il salvaguardare e promuovere qualcuno e qualcosa, quindi è intimamente connesso con educare e generare. Parlare allora di tutela dei minori e delle persone vulnerabili nella Chiesa è promuovere il bene relazionale proprio dell’educare alla vita buona del Vangelo”.

“Tutelare un minore – aggiungeva – è tutelare l’adulto nel legame generativo che è chiamato ad instaurare verso chi gli è affidato, perché gesti e parole non siano ambigui e nemmeno frenati o trattenuti. È imparare l’arte di esprimersi nella cura responsabile, che caratterizza ogni relazione educativa in quanto tale, ovvero far sviluppare potenzialità e talenti, proteggere la vulnerabilità per una crescita armoniosa sia del minore che dell’adulto nella sua responsabilità relazionale, sotto uno sguardo buono e nel piacere di stare vicini gli uni agli altri con cura e rispetto”.

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