“Aspettando il Tour”: le grandi rivalità del ciclismo raccontate su Telelibertà

05 Giugno 2024 11:35

Nicoletta Marenghi, Claudio Barbieri e Dario Ceccarelli

Si è aperta anche a Telelibertà la marcia di avvicinamento verso il Tour de France che il prossimo 1° luglio farà tappa nella nostra città. La prima puntata di “Aspettando il Tour” ci ha fatto subito entrare nell’atmosfera dell’evento con la conduttrice Nicoletta Marenghi che in questo nuovo format di quattro puntate avrà al suo fianco un co-conduttore d’eccezione come Claudio Barbieri, giornalista esperto di ciclismo.

Il primo ospite è stato Dario Ceccarelli che nella sua veste di giornalista per numerose testate, oltre che di docente di giornalismo, ha seguito 11 giri d’Italia, 5 Tour e decine di classiche e mondiali di ciclismo. Eppure, perfino lui è rimasto “folgorato” quando ha saputo della partenza dell’evento dal nostro Paese: “Sono sobbalzato dalla sedia, credo che la Francia abbia capito l’importanza dell’Italia in questo sport, sono state messe da parte le rivalità per creare questa “festa mobile”. Pensiamo ai giornalisti che ci saranno, circa 2mila, la carovana sarà di 11 km, poi 29mila uomini dislocati lungo tutto il tragitto della corsa, 160 veicoli e 160 milioni di gadget che verranno distribuiti, numeri che rendono l’idea di ciò che ci aspetta”.

Tour significa anche presente e passato che si mescolano e a proposito di campioni di ieri, ce n’è anche uno piacentino che Ceccarelli ricorda volentieri ed è Giancarlo Perini: “Era qualcosa di più di un gregario perché era molto intelligente, ho un bel ricordo di lui anche perché è simpaticissimo e rappresenta un ciclismo che sta a metà tra il romantico e il moderno”.

Durante la puntata è andata in onda anche un’intervista al direttore generale del Tour de France Christian Prudhomme. “Noi organizzatori del Tour de France sapevamo da tempo che nel 2024 non potevamo partire dalla Francia poiché la polizia e le forze di sicurezza sono concentrate in gran parte sui Giochi Olimpici di Parigi – ha dichiarato -. E c’era la prospettiva di partire dall’Italia per la prima volta in assoluto, nell’anno del centenario della prima vittoria di un corridore italiano. Secondo me è stato abbastanza paradossale che in questi anni il Tour de France sia partito da tutti i paesi vicini alla Francia: Belgio, Paesi Bassi, Spagna, Svizzera, Germania, Lussemburgo, ma anche Regno Unito o Danimarca e più lontani e mai da questo grande paese di ciclismo che è l’Italia. Quindi siamo stati felicissimi di avere accettato la candidatura di Firenze, dell’Emilia-Romagna, del Piemonte”

La puntata è disponibile sul sito www.teleliberta.tv

 

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