Un’estate di trekking per inseguire il sogno di vivere in Alta Val Nure

20 Giugno 2024 17:58

Fino a gennaio faceva l’igienista dentale, ma è dal 2020 che ha iniziato a progettare un’altra vita, studiando percorsi sulle mappe, leggendo libri, trovando spunti che portassero nuove idee per riuscire ad arricchire il programma del rifugio Prato Grande, il cuore pulsante dell’appennino piacentino. La storia di Giacomo Bandini inizia 36 anni fa a Cassimoreno, da sempre innamorato della montagna, in particolar modo dell’alta Val Nure, e grazie ad un intricato intreccio di strade, vi fa capolino per una grande decisione personale: “Forse più un esperimento. Si tratta di un progetto che nasce per trovare un modo nuovo di fare reddito, per poter vivere in alta montagna”. 

dal sogno ai trekking

Dal 2013 al 2020 ha organizzato festival e manifestazioni con il Collettivo 14, l’associazione di cui è presidente assieme a Luca Contini e Angelo Marcotti, ma quando è arrivata la pandemia, per loro è stata un’occasione per mettere in discussione le loro vite. “È nato un sentimento che sentivamo già sottopelle. Così nel 2022 abbiamo preso in mano il rifugio dove abbiamo fatto una stagione importante arrivando a contare un’affluenza di circa 10mila persone. Poi ci siamo trovati a dover chiudere: dopo 17 anni la baita aveva bisogno di un aggiornamento e una riqualificazione burocratica. Sono stato fermo un anno e sono diventato guida ambientale. Dal 2020 ho fatto un’immersione totale nei monti, scoprendo sentieri, tecniche di cucina, di botanica. È come se qui fosse iniziata una seconda vita – poi si interrompe – forse si tratta proprio della mia prima vera vita, perché quella che facevo prima è come se non mi fosse mai appartenuta”, conclude Giacomo, descrivendo il suo “esperimento”: riuscire creare un indotto per vivere tra le cime dell’alta Val Nure. Per questo motivo, a partire da oggi, e programmati ogni fine settimana fino al 31 di agosto, Giacomo Bandini con numerosi collaboratori, proporrà trekking per scoprire i segreti e la storia di quei monti. Rincorrendo l’alba o camminando sotto il cielo stellato, cercando di “salvare questa Valle sempre più sottovalutata e che si sta svuotando di vita, diventando ogni anno solo un luogo di villeggiatura estiva”. 

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