Da 24 anni Simona coordina viaggi: “Un Paese ancora autentico? Il Madagascar”
04 Luglio 2024 02:18
Il proverbio recita: “Il mondo è un libro, e quelli che non viaggiano ne leggono solo una pagina”. Simona Molinari può dire di aver sfogliato numerose pagine di quel manoscritto, fino a diventare testimone diretta del suo cambiamento.
“Ho quasi 47 anni, diciamo che finché riesco, me ne do 46”, è così che si presenta Simona: piacentina di nascita, ma con il viaggio nel cuore.
Scoprire nuovi posti, conoscere diverse culture è ciò che l’ha spinta ad esplorare cinquanta Paesi come coordinatrice di viaggi: “Nel 2000 ho conosciuto casualmente in piscina una ragazza che mi ha prestato il catalogo di questa agenzia con cui, grazie a lei, collaboro da anni. Ero stufa delle solite vacanze con gli amici, così con mia mamma abbiamo iniziato a sfogliare le proposte di viaggio e il giorno dopo mi sono iscritta per andare in Thailandia e da lì non sono più tornata indietro“.
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Il mondo che non si può più esplorare
Da ventiquattro anni gira il mondo in lungo e in largo: “Torno spesso anche nei paesi che ho già visitato – precisa Simona – perché capita che durante un viaggio scelga di concentrarmi solo su una porzione di quel Paese, quindi poi torno a visitare la parte che mi manca“. Negli anni il viaggio è stato il motore della sua vita, tanto che nemmeno la pandemia l’ha fermata: “Ad agosto 2020 sono andata a fare un trekking alle Canarie, e a dicembre abbiamo raggiunto le Mauritius, assistendo ad uno spettacolo che in pochi possono dire di aver vissuto, ovvero la libertà di vivere un luogo come quello, in totale solitudine dato che quasi tutte le strutture erano chiuse”. Il prezzo da pagare, se così si può dire, sono stati 5 tamponi in nove giorni e il “terrore” di rimanere bloccati in quel paradiso terrestre.
Ma Simona ha avuto numerosi altri privilegi negli anni d’esplorazione: “In Birmania sono stata due volte. Ho fatto per primo il classico tour nelle zone più turistiche, poi sono tornata per fare la Birmania sconosciuta. Quindi tutta la parte trekking ai confini con la Cambogia, dove non si può più andare“. Infine ha visitato Socotra, Yemen, prima che fosse bloccato il turismo, poi l’Iran, la Siria: “Quando poi al telegiornale ho visto le immagini di Palmira e di Aleppo distrutte, mi venivano i brividi lungo la schiena”.
turismo di massa
Grazie all’escamotage che l’ha portata in giro per il mondo negli ultimi ventiquattro anni, con i suoi occhi ha assistito infatti al suo cambiamento. “Ci sono Paesi che sono cambiati più di altri. Nel 2002 ho visitato la Cambogia, dov’era appena finita una guerra civile: era un paese da ricostruire e lì ho visto veramente l’autenticità di un posto. Dopodiché sono tornata nel 2015 e poi nel 2019, e in quelle occasioni, ho proprio visto un luogo distruggersi: la prima volta che sono stata nel paesino vicino al sito di Angkor Wat, non c’erano neanche i benzinai. Ma quando sono tornata la seconda volta, mio malgrado, ho trovato i centri commerciali. Nel 2019 era peggiorato ulteriormente, diventando una discoteca a cielo aperto la sera“.
Nonostante la disgregazione dalle proprie origini, però, c’è ancora una porzione di mondo che conserva la propria autenticità secondo l’avventuriera piacentina: “Il Madagascar. Un mondo a parte. Lì è la vera Africa, quella non turistica. La gente vive di sussistenza, non ci sono le strade, fanno le barche con i cocci di legno e le vele con i sacchi di riso, ma si raggiungono dei posti incredibili dove il turismo non è ancora arrivato. I bambini vogliono giocare, vogliono un contatto umano. Poi spiagge incontaminate, una natura pazzesca. È il posto più emozionante mai visto – fa una pausa – e infatti mi sono emozionata”, conclude sorridendo.
Il mondo è cambiato tanto da quando nel 2000 Simona ha scelto di viaggiare: “E temo che cambierà continuamente. I paesi in cui si può andare sono sempre meno e quindi quelli visitabili diventeranno sempre più turistici. Diciamo che si può cercare di fare un turismo più rispettoso, specialmente nei confronti della gente del posto, andando per esempio a visitare anche quelle zone che non sono turistiche ma sono altrettanto belle”.
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