Tragedia della teleferica, un abbraccio a parco Raggio per salutare Margherita Lega

10 Luglio 2024 01:10

Un senso non lo si trova, non c’è, per quella mamma dolce e generosa che si chiamava col nome del fiore più bello ed è volata invece per cento metri nell’orrore più profondo, davanti ai figli – sono solo bambini, sono così piccoli – e al compagno Rocco Meloni.

Della bellezza di Margherita Lega, morta a 41 anni, c’è però ancora tanto su questa terra che tanto le ha dato e tutto le ha tolto in una frazione di secondi, quando la teleferica l’ha agganciata per errore trascinandola verso una fine atroce: ci sono decine e decine di testimonianze (tra cui quella dei compagni di classe del liceo Gioia), di voci spezzate dal pianto, da ogni parte d’Italia, perché la coperta del bene che lei aveva saputo stendere dalla pianura alle montagne era larga, spessa, cucita stretta.

Ad essere tanto speciale gliel’avevano insegnato con l’esempio i genitori, Paolo Lega, ex funzionario della Provincia e attivista da sempre in Legambiente, e la mamma Francesca Molinari, in prima fila quando c’è da lottare per i diritti dei più deboli, nelle Donne in nero e in altre associazioni di pace, come quell’Avè in cui anche la stessa Margherita, appassionata biologa e insegnante, portava avanti progetti di solidarietà internazionale a sostegno dei villaggi del Togo e altri Paesi africani.

Dopo la cremazione, le ceneri di Marghe saranno affidate al cimitero di un luogo a lei caro, Saviore dell’Adamello, centro del Bresciano ai piedi del massiccio a cavallo tra Trentino e Lombardia; ma ci sarà anche un abbraccio piacentino, nei prati del parco Raggio, sabato, alle 17. Sarà un cerchio per la vita, un momento di ascolto, anche del silenzio in cui Margherita respira, perché “La tua è un’altra terra quella che si tocca con le mani. Solo per accarezzarla”, è un pensiero di Chiara Mazzanti pensato per spiegare quell’esigenza di raccoglimento e “stare insieme” nel suo nome, in un luogo verde, dove lei aveva corso, pensato, studiato, dove lei era vita.

L’ARTICOLO DI ELISA MALACALZA SU LIBERTÀ

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