“Sono un medico dell’Onu”, ma è una truffa: carpiti 15mila euro a piacentina

11 Luglio 2024 11:54

Sette cittadini nigeriani residenti in varie zone d’Italia, di un’età compresa tra i 25 ed i 35 anni, sono stati denunciati dalla Questura di Piacenza per truffa in concorso, al termine di una indagine in materia di romance scam.

Cos’è la truffa romance scam

Si tratta di un raggiro in cui, con il pretesto di una conoscenza sentimentale, vengono estorti soldi alla vittima. Questa viene contattata online da una persona dell’altro sesso, che si presenta solitamente come di bell’aspetto, benestante e da poco vedova.

La vittima viene così sedotta e, una volta convinta di aver intrapreso una vera relazione a distanza, indotta ad inviare ai truffatori continui bonifici per risolvere guai immaginari o per pagare il viaggio ed incontrarsi. Un raggiro che coinvolge sia economicamente che emotivamente. Dietro a questi casi, può nascondersi anche la mafia nigeriana, che si occupa sia della creazione dei falsi profili da utilizzare per attirare le vittime, che del riciclaggio del denaro ottenuto illegalmente.

I FATTI

Tra maggio 2023 e maggio 2024 una quarantenne residente a Piacenza è stata contattata su Facebook da un sedicente coetaneo, che le ha raccontato di essere un medico delle Nazioni Unite in servizio in Ucraina. Per carpire la fiducia della donna, le ha anche inviato diverse drammatiche foto di scenari di guerra, al fine di rendere maggiormente credibile la sua storia.  Dopo aver ottenuto la fiducia della donna ed instaurato una relazione a distanza con lei, il truffatore ha iniziato a chiederle denaro, prima con la scusa di acquistare i biglietti per venire a trovarla, e poi raccontando una serie di disguidi giudiziari immaginari dai quali poteva essere liberato solo con il versamento di altro denaro. Il tutto corroborato da finte fotografie di richieste di licenza, di falsi biglietti aerei e da altrettanto fasulle comunicazioni dell’Interpol, con l’unico intento di carpire il maggior denaro possibile alla malcapitata. Dopo aver versato circa 15mila euro in un anno, la donna ha capito di essere stata truffata e ha sporto denuncia in Questura.

le indagini della questura

Le indagini della Squadra Mobile, svolte tramite l’analisi della movimentazione bancaria, hanno permesso di individuare a denunciare sette cittadini nigeriani residenti in varie zone d’Italia, per il delitto di truffa in concorso.

l’invito a denunciare

La più grande difficoltà che gli investigatori hanno in questo genere d’indagini è quella di ottenere la denuncia da parte della persona offesa. Spesso la vittima viene avvisata da familiari ed amici che sta venendo truffata, ma reagisce negando gli avvertimenti e continuando con la relazione col truffatore. In un secondo momento, resasi finalmente conto dell’inganno, la vittima viene presa da un profondo senso di sconforto per aver patito la truffa, ed evita di confidarsi col prossimo, ed a maggior ragione coi poliziotti, per la vergogna di essersi fatta ingannare.
Per questo, si invitano i cittadini a prestare attenzione alle eventuali relazioni online proprie o dei propri cari, ed a denunciare il prima possibile senza alcun sentimento di vergogna per quanto occorso, trattandosi comunque di truffe portate avanti da veri e propri professionisti dell’inganno.

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