“Dipendenze”: storie di cadute, rinascite e nuove insidie. Ascolta il podcast

26 Luglio 2024 04:55

Copertina realizzata da Alice Morelli

Toccare il fondo, non riconoscersi più e tentare di rinascere: “Dipendenze” è il nuovo podcast del sito www.liberta.it che racconta storie di persone sprofondate nella dipendenza da droga o alcol e che, con tutte le loro forze, lottano per riprendersi la vita che le sostanze hanno radicalmente modificato.

Le dipendenze da sostanze sono riconosciute e catalogate dalla comunità scientifica, mentre non lo sono ancora le dipendenze affettive o da smartphone. Il podcast, attraverso la voce di esperti indaga anche questi comportamenti che provocano un impatto negativo sulla vita quotidiana e sul benessere psicologico delle persone interessate.

Attraverso il racconto di uno storico, la serie si conclude con una curiosa puntata dedicata al gioco d’azzardo nel Medioevo.

Al podcast hanno collaborato i giornalisti Nicoletta Marenghi, Thomas Trenchi, Eleonora Bagarotti, Elisa Malacalza, Giacomo Nicelli. Editing e sound design Matteo Capra.

Tossicodipendenza – La prima puntata del podcast “Dipendenze” è dedicata alla storia di Gaia, nome immaginario di una donna madre di due figli, caduta nel vortice della tossicodipendenza. Dopo aver toccato il fondo, Gaia ha deciso di risalire e, con tutte le forze rimaste, ha intrapreso un percorso di disintossicazione che la sta portando, non senza difficoltà a rivedere la luce conoscendo meglio se stessa.
Puntata realizzata da Nicoletta Marenghi, sound design Matteo Capra.

Alcolismo – “Ho iniziato per divertimento, con qualche aperitivo. L’alcol mi consentiva di fare amicizia facilmente poi la situazione mi è sfuggita di mano, sono diventata dipendente”. E’ la testimonianza di una donna, madre di tre figli, che dopo aver incontrato il baratro è entrata in comunità per riprendersi in mano la sua vita.
Puntata realizzata dal giornalista Thomas Trenchi. Editing e sound desigin Matteo Capra.

Dipendenza affettiva – Manipolazione, abuso narcisistico, svalutazione, violenza fisica e psicologica. Tra le dipendenze non certificate c’è la dipendenza affettiva che coinvolge persone di ogni età e di ogni estrazione culturale e sociale. La giornalista Eleonora Bagarotti ne parla con la psicoterapeuta Ilaria Egeste per capire come riconoscere i segnali e come intervenire. Editing e sound design Matteo Capra.

Dipendenza da smartphone – Tra le “nuove dipendenze” c’è anche quella legata alla tecnologia, in particolare all’uso dello smartphone. Secondo un rapporto Eures l’82 per cento dei giovani italiani sarebbe a rischio dipendenza da telefonino. Ne parla Elisa Malacalza nella quarta puntata del podcast “Dipendenze” con Carlo Grassi, psicoterapeuta de “La Ricerca”. Editing e sound design Matteo Capra. Collaborazione di Riccardo Freschi.

Gioco d’azzardo nel Medioevo – Il Comune medievale di Piacenza lo vietò a suon di leggi fin dal XII secolo e i predicatori del tempo lo additavano come uno tra i peccati più gravi, eppure il pericolo dei “dadi” dilagava qui come altrove. Anche se la ludopatia non si chiamava ancora così, i poteri pubblici, laici ed ecclesiastici, temevano le conseguenze del gioco d’azzardo, che minava l’ordine pubblico e i patrimoni privati. Emblematico è il caso dell’amministratore di un ospedale pievano, Milo da Besenzone, condannato nel 1226 da un giudice delegato da papa Onorio III per avere sperperato nel gioco e nel vino i beni destinati all’accoglienza di poveri, malati e pellegrini. Ma i divieti, le multe e le minacce dell’inferno non sortirono l’effetto sperato e alla fine anche le autorità pubbliche piacentine dovettero accettare una soluzione di ripiego che almeno regolamentava la situazione e garantiva utili all’erario: il gioco d’azzardo fu consentito in case da gioco dette “baratterie”, una delle quali risulta aperta in città già nel 1323. Puntata a cura di Giacomo Nicelli.

Thomas Trenchi, Matteo Capra, Giacomo Nicelli, Nicoletta Marenghi, Eleonora Bagarotti ed Elisa Malacalza

COCAINA E BABA’: IL PODCAST DI GABRIELLA SIMONI

Insieme a “Dipendenze”, il nuovo podcast del sito www.liberta.it, esce anche il podcast “Cocaina e babà” della giornalista di Mediaset Gabriella Simoni dedicato alla storia del ristoratore napoletano Pino Bozza.

L’INCONTRO TRA GABRIELLA SIMONI E PINO BOZZA

A Napoli per girare un documentario sulla storia d’amore tra la città e Diego Armando Maradona, la giornalista di Mediaset Gabriella Simoni ha incontrato Pino Bozza, famoso ristoratore e grande fan del campione argentino. Una frase pronunciata da Bozza le è rimasta impressa: “Quando raggiungi dal basso il vertice è difficile non perdere l’equilibrio, la mia storia è simile a quella di Maradona. Dopo averla ascoltata, Simoni ha scelto di raccontarla nel podcast “Cocaina e babà” disponibile da oggi anche sul sito Liberta.it insieme a “Dipendenze”.

PERCHE’ UN PODCAST SU PINO BOZZA

 “Molte persone vivono di nascosto drammi più complessi di quello che riusciamo a raccontare con un articolo di giornale, anche perché spesso arriviamo quando il dramma è in corso o quando una cosa è già finita – spiega Gabriella Simoni -. Invece, vivere con il drago, come lo chiama lui, combattere tutti i giorni per uscire dalla dipendenza, riuscirci e poi quotidianamente combattere per non ricaderci, forse spiegherebbe tante cose di più del nostro mondo e di ciò che finisce sulle pagine di cronaca. Lui è una specie di guida attraverso gli inferi dell’anima che preferiamo non vedere. È raro trovare persone che hanno il coraggio di raccontarlo ed è ancor più raro avere la capacità di trasmetterlo, per questo ho deciso di raccontare la sua storia”. Il messaggio è arrivato forte e chiaro, Pino Bozza è riuscito a parlare a quel mondo che non ascolta finché non è nei guai. Abbiamo ricevuto numerose chiamate da parte di persone che si trovano i difficoltà e non sanno cosa fare” ha commentato la giornalista, nota inviata di guerra.

LA FORZA DEL PODCAST

Perché raccontare questa storia in un podcast? “Siamo troppo abituati all’apparenza e al vedere – spiega Simoni -. Spesso è più importante come appari rispetto a quello che dici. Dopo 30 anni di televisione ho avuto voglia di essere ascoltata. Niente contro la televisione che adoro, ma avevo voglia di invertire la tendenza perché non ascoltiamo più. Voglio ricominciare dall’ascolto”. Nel frattempo, è uscito il nuovo podcast di Gabriella Simoni, si chiama Quei cattivi ragazzi prodotto da Chora Media. “Racconto i ragazzi delle comunità, quelli che tutti danno persi invece qualcuno ce la fa a salvarsi. 

 

 

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