Autovelox, Prefettura a Unione dei Comuni dell’Alta Valdarda: “Sono a norma”

26 Luglio 2024 11:12

Un cavillo linguistico, che sta tutto nella differenza tra “approvazione” ed “omologazione”. Ed ecco che improvvisamente tutti gli autovelox fissi d’Italia diventano “fuorilegge”, con la possibilità di fare ricorso (e probabilmente vincerlo) anche se si è stati fotografati a viaggiare a folle velocità.

È il paradosso che da alcuni mesi riguarda gli strumenti di rilevazione automatica della velocità dei veicoli: a causa di una sentenza della Cassazione dello scorso 18 aprile su un caso avvenuto a Treviso nel 2021, nessuno dei dispositivi sarebbe “omologato”. E anche nella nostra provincia alcuni autovelox sono già stati spenti  nel timore di ricorsi, lasciando spazio ad un far west legalizzato.

“CORREGGERE LA NORMA”

Tutti i dispositivi di rilevazione automatica della velocità in Italia sono approvati, verificati e testati. Ma nessuno è “omologato”, come la norma richiede. “Anche perché non esiste una procedura di omologazione, alla quale saremmo ben felice di attenerci” sottolinea la presidente dell’Unione Bassa Valtrebbia Patrizia Calza, territorio in cui si trova l’ormai noto e spietato autovelox di Vallarsa, a Gragnano. “Invece di perdere tempo a disquisire se si debba chiamarmi sindaco o sindaca, chiediamo al governo di chiarire al più presto che, a livello normativo, “approvazione” coincide con “omologazione”. Oppure, appunto, ci venga spiegato come fare per omologare questi strumenti.

LETTERA A SALVINI

Nei giorni scorsi la presidente della Provincia Monica Patelli ha consegnato una lettera la ministro dei trasporti Matteo Salvini, in occasione della sua visita a Piacenza all’incontro sulle dighe di Confagricoltura. Nella lettera, la presidente ha chiesto al Ministero di “favorire un intervento normativo che elimini l’equivoco alla base della recente sentenza della Cassazione che, sostanzialmente, ha reso impossibile l’impiego della quasi totalità di strumenti di questi tipo oggi in uso sul territorio italiano”. Per Patelli, il pasticcio normativo si ripercuote, quindi, tanto sulla sicurezza quanto sui bilanci degli enti locali. Ma anche sulle attività di produzione, di noleggio e di vendita di queste specifiche attrezzature di rilevazione.

STOP ALLE MULTE

Al momento, all’ente di via Garibaldi, non sono arrivati ricorsi contro sanzioni prese sulle strade provinciali che facciano riferimento alla sentenza della cassazione. “Anche perché da oltre un paio di mesi, cioè dall’uscita stessa della sentenza, abbiamo sospeso l’attività di contestazione delle violazioni” spiega il dirigente provinciale Davide Marenghi, traducendo in pratica i timori di Patelli.

PER LA PREFETTURA GLI AUTOVELOX “SONO A NORMA”

Nel caos normativo creato dalla Cassazione sull’uso degli autovelox, la prefettura di Piacenza difende le norme vigenti. Lo fa in una lettera datata 14 giugno all’Unione dei comuni dell’Alta Valdarda che aveva chiesto quale linea adottare per i controlli stradali.

“In attesa delle eventuali ed ulteriori indicazioni che dovessero pervenire anche dal ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, questo ufficio intende, in ogni caso, proseguire nella difesa dei provvedimenti assunti nella materia in oggetto”, scrive l’ufficio del governo. Nella lettera viene elencata la normativa di riferimento, sottolineando il fatto che il regolamento di esecuzione del codice della strada “non stabilisce le caratteristiche fondamentali o particolari prescrizioni ai fini dell’omologazione che pertanto non può essere effet-tuata”. E dunque “ad avviso di questa prefettura gli autovelox non sono stati messi in uso in carenza di un requisito della legge”. Viene infine ricordato che il ministero parla di “approvazione”.

“Chiedere un chiarimento è stato un’iniziativa della nostra polizia locale e ringrazio la prefettura per la risposta celere e puntuale”, afferma Ivano Rocchetta, sindaco di Castell’Arquato e presidente dell’Unione Alta Valdarda che comprende anche i comuni di Lugagnano, Morfasso e Vernasca. Le indicazioni della prefettura hanno permesso di lasciare attivi i due autovelox fissi presenti sul territorio di Castell’Arquato: uno sulla strada per Lugagnano, in località Madonna Arda, l’altro sulla provinciale per Fiorenzuola, in località Cinta Anguissola, in prossimità dell’incrocio per San Lorenzo. «Vorrei che fosse chiaro che gli autovelox non servono per fare cassa, ma per salvare vite umane. Sono stati installati in due punti molto pericolosi dove in passato sono avvenuti tanti incidenti, alcuni mortali”.

 

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