Peste suina, Coldiretti e Confagricoltura: “Allevamenti a rischio”

02 Agosto 2024 10:29

Focolai di peste suina in provincia di Piacenza, la situazione preoccupa le associazioni di categoria come Coldiretti e Confagricoltura. 

peste suina a piacenza: posizione di coldiretti

“Purtroppo è accaduto quello che più temevamo, il passaggio dall’ambiente selvatico all’allevamento era proprio quello che si cercava di evitare” commenta il direttore di Coldiretti Piacenza Roberto Gallizioli. “Siamo molto preoccupati, confidiamo di avere delucidazioni dalle autorità competenti sulle modalità con le quali possa essere avvenuto questo contagio e su quali ora saranno le ripercussioni nell’area colpita. Sappiamo che le nostre aziende suinicole – afferma il direttore – prestano la massima attenzione a questo tema e alla biosicurezza e che hanno adottato tutte le misure di protezione proprio perché a rischio è il futuro dei loro allevamenti.

Sono temi – prosegue Gallizioli – che Coldiretti denuncia fin da prima dell’arrivo della Peste Suina Africana nei nostri territori, da sempre sono stati troppi i ritardi e la burocrazia che abbiamo riscontrato nella gestione della fauna selvatica”.

Anche nell’ultimo mese Coldiretti ha organizzato manifestazioni in tutta Italia per sensibilizzare le istituzioni e la popolazione sui danni provocati dalla fauna selvatica e nello specifico dai cinghiali, vettori della Psa.

“In poche settimane in tutta la Penisola abbiamo portato in piazza – sottolinea il direttore – 50mila agricoltori e allevatori, di cui 4mila a Bologna (500 i piacentini) per chiedere un cambio di passo di fronte a un problema gravissimo che ha fatto i conti con troppe lungaggini. Si è perso troppo tempo, ora occorre assolutamente accelerare nel depopolamento dei cinghiali vettori della malattia.

A rischio – evidenzia Gallizioli – ci sono il futuro dei nostri allevamenti e un comparto strategico del nostro agroalimentare che già subisce da mesi speculazioni fortissime nella commercializzazione delle carni”.

ALLEVAMENTI A RISCHIO: I DATI

Qualche dato nello specifico: rischiano la sopravvivenza 31mila allevamenti italiani e un intero comparto strategico dell’agroalimentare made in Italy, che genera un fatturato di 20 miliardi di euro l’anno e garantisce occupazione a 100 mila persone in Italia.

In Italia oggi sono presenti 2,3 milioni di cinghiali ad assediare le campagne e le città, con gravi danni per gli agricoltori, per i cittadini e per gli automobilisti.

PESTE SUINA A PIACENZA: La Posizione di Confagricoltura

Confagricoltura, rappresentata dal presidente di Confagricoltura Piacenza, Filippo Gasparini, esprime una posizione critica nei confronti della gestione attuale della crisi. Gasparini lamenta che le denunce della presenza di cinghiali in aree non vocate e i rischi per la sanità pubblica e ambientale non sono state ascoltate per anni.

“Sono almeno dieci anni che denunciamo la presenza dei cinghiali in zone non vocate,” afferma Gasparini. “E ora siamo qui, con la Psa che è entrata negli allevamenti.”

Confagricoltura sottolinea come il commissario straordinario alla Psa abbia abbandonato il suo incarico, lasciando una situazione ancora più complicata. Gasparini critica l’approccio tardivo e inefficace alla gestione della popolazione di cinghiali, suggerendo che un piano di depopolamento più radicale avrebbe potuto prevenire l’attuale crisi.

“I cinghiali stanno morendo di peste,” incalza Gasparini. “Ma purtroppo muoiono in malo modo, soffrendo e infettando l’ambiente.”

Giovanna Parmigiani, allevatrice suinicola e presidente della sezione di prodotto a livello nazionale per Confagricoltura, aggiunge che gli abbattimenti di suini negli allevamenti sono in aumento, nonostante le elevate misure di biosicurezza implementate. Questo dimostra che senza un controllo efficace della fauna selvatica, gli sforzi di biosicurezza negli allevamenti risultano inefficaci. “Possiamo fare tutti gli investimenti che vogliamo,” afferma Parmigiani, “ma se la carica degli animali infetti fuori è troppo elevata, diventa comunque una lotta inefficace.”

Confagricoltura Piacenza conclude con un appello per una gestione più ragionevole e mirata della crisi, auspicando la nomina di un commissario esperto che conosca bene il territorio e le necessità locali. Gasparini sottolinea l’importanza di proteggere gli allevamenti come primo passo per tutelare i cittadini e i consumatori.

“Il sistema è troppo ripiegato sulla colpevolizzazione dell’allevamento,” conclude Gasparini. “L’obiettivo della tutela del cittadino e del consumatore non si raggiunge se non si parte dalla tutela degli allevamenti.”

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