Peste suina a Piacenza, la Provincia scriverà al governo: “Servono più risorse”

06 Agosto 2024 11:55

“Invieremo una lettera al governo nazionale per esprimere con forza la necessità di più attenzione e maggiori risorse da destinare al nostro territorio”. Lo ha affermato Monica Patelli, presidente della Provincia di Piacenza, al termine della cabina di regia convocata oggi (6 agosto) dall’ente di corso Garibaldi per fare il punto sull’emergenza della peste suina nel nostro territorio, d’ora in poi classificato come zona di restrizione di livello 3, un provvedimento che sarà perfezionato dalla Commissione europea per stabilire i confini esatti della misura, probabilmente nei pressi della Val Nure, con il rischio di limitazioni sulla movimentazione dei maiali e sull’export.

Pochi giorni fa, infatti, è stato accertato un caso di contagio in un’azienda agricola di Ponte dell’Olio, che ha ricevuto la sentenza di abbattimento di tutti i suoi capi, circa 700 maiali, in particolare scrofette ad altissima genealogia: un danno stimato per un milione di euro. Il responsabile dell’allevamento Pietro Pizzagalli ha preso parte alla cabina di regia: “La nostra realtà ha sempre posto molta attenzione al benessere animale e alla biosicurezza. Non ci saremmo mai aspettati il caso di contagio. Speriamo di chiudere questa parentesi e poter ripartire”.

“Da inizio anno – ha chiarito il dirigente Davide Marenghi – sono stati abbattuti 276 cinghiali e le carcasse rinvenute sono sempre meno, perciò speravamo che la malattia fosse in arresto”. Il consigliere provinciale Giampaolo Maloberti ha espresso la forte preoccupazione per “l’impossibilità di mantenere il virus fuori dagli allevamenti, anche se il sistema Piacenza ha fatto tutto ciò che era possibile per cercare di contenere la malattia, a differenza dei livelli superiori – ha concluso l’esponente leghista – che non hanno riservato la stessa attenzione”.

L’INTERVENTO DELLA REGIONE – “Il commissario straordinario nei giorni scorsi si è dimesso: ho scritto al Governo per chiedere di procedere a una nuova nomina, visto che siamo in emergenza ed è necessario non perdere tempo. Inoltre, chiediamo da almeno due anni la condivisione di una strategia nazionale chiara e omogenea per tutte le regioni. Ad oggi non è successo nulla”. Così l’assessore regionale all’Agricoltura Alessio Mammi, a proposito dell’intensificazione dei problemi a causa della peste suina africana (Psa), e l’obiettivo di ridurre la presenza di cinghiali sul territorio. “Non possiamo compromettere la filiera suinicola per il suo valore e per tutti i posti di lavoro che rappresenta- prosegue Mammi, che ha ricordato le richieste fatte al Governo per un’azione efficace di contenimento del virus-. Negli 2022 la Regione ha anticipato 2 milioni di euro alla struttura commissariale nazionale, risorse che solo in questi giorni hanno iniziato a usare dopo quasi due anni di richieste inascoltate perché venissero impegnati per il contenimento e l’eradicazione. Visto quanto accaduto in un allevamento del piacentino, è necessario procedere con la dichiarazione dello stato di calamità per poter agire con misure straordinarie, la nomina di subcommissari regionali con poteri di intervento, in deroga alla normativa appalti, la salvaguardia delle esportazioni che rappresentano il valore commerciale più importante negli ultimi anni, in particolare per le produzioni Dop e Igp”. “Da parte nostra- ha aggiunto-, confermiamo l’impegno per difendere le produzioni: le Province hanno a disposizione 3 milioni di euro per procedere al depopolamento dei selvatici”. Tra le azioni avviate: il piano di controllo dei cinghiali e il sostegno all’autodifesa per gli agricoltori. Sono state previste risorse specifiche assegnate alle polizie provinciali per la gestione dei piani di controllo, 500 mila euro nel 2023, 1,2 milioni per il 2024, oltre ai 5 milioni che la Regione mette a disposizione ogni anno per le attività faunistiche alle Province. La Regione ha poi istituito i gruppi operativi territoriali (Got) nei territori colpiti. Tra le attività della Regione, i tre bandi emanati in 2 anni con risorse per 10 milioni di euro, rivolti all’innalzamento dei livelli di biosicurezza negli allevamenti, ed è in previsione l’uscita di un quarto bando dopo l’estate. Tra le opere finanziate, recinzioni, piazzole disinfezione automezzi, zone filtro, celle frigorifere.
La quota stimata di prodotti Dop e Igp a base di carne suina dell’Emilia-Romagna è circa di 3,4 miliardi di euro di cui 3,2 miliardi solo per prosciutto di Parma e mortadella di Bologna, oltre alle carni lavorate.

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