Grand Hotel Venezia: anche la ‘divina’ Duse vi soggiornò

18 Settembre 2024 14:33

Tra i divi, gli artisti e i grandi della Storia che abitarono il lussuoso Grand Hotel Venezia, oggi sede del Consiglio regionale del Veneto, c’è anche Eleonora Duse, la più grande attrice di tutti i tempi. Lo rivela un telegramma del 29 agosto 1922, a firma della stessa Duse, che ne annuncia la permanenza per tre giorni nel Grand Hotel sul Canal Grande. “Da oggi il percorso espositivo al Ferro Fini si arricchisce anche di questo prezioso documento”, annuncia il Segretario generale del Consiglio regionale del Veneto, Roberto Valente, che – a nome del presidente del Consiglio Roberto Ciambetti – ha voluto incontrare i giornalisti per annunciare questa nuova scoperta e rendere conto del successo riscosso sinora dalla mostra che si avvicina a superare i mille visitatori. “Ringrazio Fiorenzo Silvestri, imprenditore di San Zenone degli Ezzelini e appassionato collezionista dei memorabilia di Eleonora Duse – ha affermato Valente – per aver condiviso con noi una rara immagine dell’attrice, ormai in età matura, e la minuta originale telegramma indirizzato all’avvocato Leopoldo Barduzzi, amico e legale di Gabriele D’Annunzio. Questo documento arricchisce un percorso espositivo solido e accurato sulla storia del più importante hotel di Venezia, fiore all’occhiello del marchio Ciga nel mondo. È con emozione ed immensa soddisfazione che ora è possibile attestare la presenza della ‘divina’ al Grand Hotel, proprio nell’anno in cui in tutta Italia si ricorda il centenario della sua scomparsa”. Al Grand Hotel de Venise (in francese, perché quella era la lingua internazionale dell’epoca) erano di casa sovrani e capi di stato, ministri e intellettuali, artisti e premi Nobel, divi dello spettacolo e aristocratici raffinati. Le ricerche di Fiorenzo Silvestri e la sua ricca collezione privata consentono di   confermare che anche la Duse, come Pirandello, Marta Abba, Matilde Serao, Rabindranath Tagore, soggiornò nelle aristocratiche stanze con affaccio sulla basilica della Salute. Probabile ambasciatrice del Grand Hotel Venezia con la Duse fu l’amica Matilde Serao, giornalista e intellettuale partenopea legata all’attrice da una solida intesa emotiva e culturale. Telegramma e ritratto della prima donna italiana ad aver calcato le scene dei maggiori teatri al mondo e ad essersi conquistata la copertina del Time sono esposti da oggi in Sala Cuoi, nella sezione dedicata agli anni Venti e Trenta del secolo scorso. “Con questo prestito privato la mostra guadagna un ulteriore ed esclusivo tassello documentale – ha sottolineato Valente – a conferma della validità di una iniziativa nata ‘dal basso’ e che continua a crescere mese dopo mese, grazie alla memoria di alcuni dipendenti e al generoso concorso di tanti veneziani che hanno reperito e messo a disposizione documenti inediti, collezioni di oggetti, pubblicazioni, acquerelli, etichette e testimonianze che ci parlano di un hotel di grande fascino ed eleganza e di un tempo che ormai non esiste più”. La mostra “Grand Hotel Venezia. Cent’anni, da hotel da sogno a sede istituzionale” si avvicina a raggiungere i mille visitatori: un numero davvero importante per una rassegna promossa da un organo legislativo in una sede istituzionale e aperta solo nei giorni feriali (con l’unica eccezione dell’apertura straordinaria nel week end del 31 agosto-1° settembre, in concomitanza con la Mostra internazionale del Cinema e la Regata storica). “Abbiamo ricevuto parecchie prenotazioni per visite guidate nelle prossime settimane, sino al 30 novembre, data di chiusura della mostra – conferma il segretario Valente – a riprova dell’interesse suscitato da un’operazione culturale che restituisce alla città di Venezia uno spaccato di storia imprenditoriale del turismo di alta classe forse ancora poco noto e valorizzato. Il Consiglio regionale ha rivolto un invito particolare anche alle scuole e agli istituti di formazione turistica e alberghiera del Veneziano e del Veneto perché portino i loro allievi a visitare la mostra: la conoscenza di questa grande scuola di lusso e di accoglienza, che ha forgiato imprenditori e maestranze di fama mondiale, non potrà che arricchire il loro percorso di preparazione professionale”. Di una ‘sfida vinta’ ma foriera di altre ricerche sugli anni veneziani della Duse ha parlato il collezionista Fiorenzo Silvestri: era stato invitato dal presidente del Consiglio a documentare l’ipotizzato legame tra il Grand Hotel sul Canal Grande e la Duse, nata e morta in una camera d’albergo e sepolta per suo espresso desiderio nel cimitero di Asolo, in faccia al Monte Grappa. E il telegramma spedito da Asolo a Milano, che il collezionista ha fortunosamente rinvenuto in Sicilia, è la conferma esplicita del soggiorno della Divina nell’hotel più prestigioso di Venezia, in faccia alla Salute. Per gli appassionati e i cultori della memoria della Duse sarà possibile apprezzare ulteriori immagini e oggetti appartenuti alla grande attrice nella sede della Provincia di Treviso, a Sant’Artemio: venerdì 20 settembre Fiorenzo Silvestri inaugurerà nel foyer del complesso di via Cal di Breda 116 l’esposizione di una trentina di foto pressoché inedite di Eleonora Duse e della sua vita privata, insieme ad alcuni oggetti e a lettere autografe. La mostra, aperta sino al 27 settembre (lun e merc ore 8-17, mart. giov. e ven. ore 8-13), è curata dallo stresso Silvestri e promossa dall’Amministrazione provinciale di Treviso, da Fast, l’archivio storico fotografico di Treviso, e dal circolo dei dipendenti del Sant’Artemio. Venerdì 20 settembre, alle ore 21, sempre al Sant’Artemio, nell’auditorium della Provincia di Treviso, va in scena il nuovo allestimento dello spettacolo “La Duse (divina Eleonora)” proposto dall’associazione culturale TeatrOrtaet di Carlo Bertinelli e Alessandra Brocadello, regia di Toni Andreetta, in occasione dei 100 anni dalla morte di Eleonora Duse, le cui spoglie riposano ad Asolo, in terra trevigiana.

La responsabilità editoriale e i contenuti di cui al presente comunicato stampa sono a cura di CONSIGLIO REGIONALE VENETO

© Copyright 2024 Editoriale Libertà