Dall’Africa da solo a Piacenza, ora Memo è volontario al Festival del Pensare
21 Settembre 2024 02:00
Chissà se, per un attimo, lo ha pensato. Se quel nastro azzurro, lungo più di cinquanta metri che da palazzo Farnese si è srotolato verso piazza Cavalli, gli ha fatto tornare in mente l’azzurro del cielo della sua Costa d’Avorio.
Memo Diomande è arrivato un anno e cinque mesi fa: ha 17 anni, è sbarcato in Italia come “minore straniero non accompagnato”, in questi giorni però è semplicemente uno dei tanti giovani volontari del Festival del Pensare Contemporaneo.
L’altro ieri insieme ad altri ha sorretto il drappo azzurro che ha dato idealmente il via alla kermesse, ieri era a fare assistenza a uno dei tanti incontri.
“Il primo ottobre inizierà la scuola serale al Tramello – spiegano Simona Guagnini e Giuseppe Recchia, coordinatrice e referente educativo delle comunità Albatros che hanno accolto Memo poco più un anno fa – avrà lezione dal lunedì al venerdì”.
ARRIVATO DALLA COSTA D’AVORIO
La storia di Memo è uguale a quella di tanti ragazzi che arrivano dall’Africa: “Dalla Costa d’Avorio sono arrivato con un camion in Algeria e poi in Tunisia – spiega – io sono francofono, ma in cinque mesi ho imparato l’arabo. Mi sono imbarcato con altre 36 persone per arrivare in Italia: ci abbiamo messo 24 ore per arrivare a Siracusa in un centro di accoglienza”.
Dopo un paio di mesi Memo scappa: prende un treno diretto al Nord, l’obiettivo è Milano ma a Piacenza viene fermato dalla polizia. Da ottobre Memo vive in un appartamento in via Taverna con altri sette ragazzi.
“Da un anno faccio anche boxe alla palestra Salus et Virtus – spiega – e mi piace davvero tanto, è un punto di riferimento”.
L’esperienza di volontariato al Festival nasce dall’input della sua tutrice volontaria, Marta: “È una figura preziosa – sottolineano Guagnini e Recchia – perché lo ha spronato verso forme diverse di cittadinanza attiva”.
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