“Palpeggiò la nipote minorenne”: due anni di reclusione per lo zio 67enne
25 Settembre 2024 10:39
Due anni di reclusione per aver abusato della nipote 17enne che viveva a casa sua. Secondo i giudici, i palpeggiamenti contestati a un uomo di 67 anni rientrano “nei casi di minore gravità” della violenza sessuale (come previsto dalla norma che punisce tale reato). Applicata, quindi, una diminuzione della pena. Ulteriore sconto di un terzo per il processo con rito abbreviato. Pena sospesa, ma a condizione che l’imputato frequenti un corso di riabilitazione. Previsto, infine, un primo risarcimento di 6mila euro alla ragazza, oggi 23enne.
I giudici hanno accolto la richiesta della pm Ornella Chicca. L’avvocata di parte civile Mara Tutone ha sottolineato la credibilità della giovane, che nel 2019 denunciò gli abusi dello zio che l’ospitava (venendo da una famiglia problematica, era stata affidata alla moglie dell’imputato). Le violenze, è stato sottolineato, emersero quasi per caso. Infatti, la ragazza chiamò il Telefono Azzurro chiedendo cosa si sarebbe potuto fare per una sua amica che subiva violenze. Poi riagganciò senza fornire il suo nome. Fu l’operatore del servizio antiviolenza a capire che quella telefonata era un campanello d’allarme che non poteva essere ignorato. Così informò le forze dell’ordine.
Ricostruzione contestata dai difensori, gli avvocati Filippo Rossi e Alessandro Zanelli, che hanno chiesto l’assoluzione. La testimonianza della ragazza è stata definita “poco credibile e non priva di contraddizioni”. È stato ricordato come i servizi sociali, che la seguivano, non si fossero accorti di nulla, non percependo traumi e sofferenze per i presunti abusi. “Valuteremo l’appello”, il commento dopo la sentenza.
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