Cittadinanza onoraria a Valter Bulla. “Straordinaria umanità e generosità”

14 Ottobre 2024 15:49

Piacenza da oggi ha un cittadino in più. E’ Valter Bulla, che ha ricevuto la cittadinanza onoraria dal sindaco Katia Tarasconi per il suo costante impegno in iniziative di solidarietà soprattutto a favore delle categorie più bisognose.

In un salone monumentale di palazzo Gotico affollato dai rappresentanti delle numerose realtà sociali che hanno avuto modo di conoscere il suo grande cuore, e dalle persone che hanno voluto rendergli omaggio, hanno risuonato solo alcune testimonianze delle tante persone che l’hanno incontrato sul loro cammino.

LA FOTO GALLERYDI MAURO DEL PAPA

le testimonianze

“Valter ha l’abitudine privilegiare i fatti alle parole, e questo lo ha portato con straordinario e infaticabile impegno a raggiungere traguardi sempre più importanti non solo nella sua professione ma con un risvolto collettivo evidente nelle innumerevole opere benefiche e nei progetti di solidarietà che recano la sua impronta inconfondibile – sono le parole del primo cittadino di Piacenza -. Riassumerli nello spazio nei pochi minuti è un’impresa in cui non tento neppure di cimentarmi basta guardarsi intorno in questa sala per rendersi conto di quante persone siano state raggiunte, supportate, accompagnate in un percorso di straordinaria umanità da Valter; perché ogni sponsorizzazione, ogni raccolta fondi, ogni evento che porta la sua firma nell’organizzazione nasce come un frutto di una rete di relazioni orientate ad aiutare chi ne ha più bisogno”.

“Piacenza dimostra di saper fare rete – ha aggiunto il prefetto di Piacenza Paolo Ponta – ma bisogna ricordare che dietro alle parole e ai fatti ci sono le persone. Ho conosciuto il cavaliere Valter, ho conosciuto il suo cuore, la sua umanità, il suo amore per questa terra e per questa popolazione e lì ho capito che dietro il significato di “fare rete” ci vogliono le persone, e Valter è una di quelle persone”.

“Valter da oggi sei cittadino onorario di Piacenza – conclude Tarasconi – perché la nostra comunità ti vuole bene e si sente parte un legame che tu stesso hai costruito negli anni, tenendo la mano a chi era in condizioni di sofferenza e guardando sempre con positività alla possibilità di migliorare e di generare qualcosa di buono”.

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