Il Politecnico ripensa Ottone: sull’Appennino tanti borghi da “riannodare”

16 Ottobre 2024 07:00

Nel Polo Territoriale di Piacenza del Politecnico di Milano, il Laboratorio di urbanistica del corso di laurea in Progettazione dell’Architettura continua a sollecitare studenti e studentesse del primo anno a pensare come migliorare e valorizzare i territori di collina e montagna, attraverso il programma Gray to green: abitare ordinario nell’Appennino piacentino, volto a ridurre cemento e asfalto a favore di verde, biodiversità e benessere climatico.
Dopo la Val Nure, nell’anno accademico 2023/2024 la classe si è spostata in Val Trebbia per pensare e discutere nuove proposte.
I professori Marco Mareggi e Giovanni Lanza, l’architetto Ali Reza Hakim, con la collaborazione dell’amministrazione comunale (in particolare la vicesindaca Lucia Girometta) hanno guidato la classe a studiare e poi disegnare interventi per il borgo e alcune frazioni di Ottone, paese a 510 metri sul livello del mare, l’ultimo comune della Provincia di Piacenza verso la Liguria.
Il centro abitato principale si sviluppa come un addensamento urbano lungo la strada Statale 45 che collega Piacenza a Genova.
Attorno a esso, circa 30 frazioni punteggiano il territorio anche sino a circa 1.500 metri di altezza.
Sono tutte piccoli insiemi di edifici di epoche storiche diverse, non sempre in buono stato di conservazione e in alcuni casi disabitati per larga parte dell’anno, ma presidiati da qualche abitante o da sistemi di controllo a distanza.


Il Laboratorio di urbanistica ha provato così a far eserciate allievi e allieve nella progettazione di questo ambito montano fragile, con un interesse per il disegno dello spazio aperto, cioè la parte pubblica che lo caratterizza, per cercare di migliorare la qualità urbana del paese, delle frazioni e dei percorsi per raggiungerle e facilitare così nuovi usi.
Il laboratorio si sviluppa attraverso tre esercizi. Il primo consiste nello studio del territorio rispetto agli aspetti fisici e morfologici dello spazio da un lato e, dall’altro, alle pratiche sociali e ai ritmi d’uso dei luoghi da parti di residenti e abitanti temporanei.
La classe svolge questa attività “a tavolino”, guardando carte e documenti, e recandosi sul posto a gruppi e con tutta la classe. Hanno così incontrato persone sul posto, ma anche l’amministrazione e alcuni studiosi locali durante momenti organizzati, il 12 e 13 marzo 2024.
Il secondo esercizio riguarda la ricerca e approfondimento di progetti realizzati di spazi aperti recenti in Italia e nel mondo. Il terzo esercizio sviluppa a gruppi un’esplorazione progettuale.
I risultati sono stati discussi con gli attori locali il 17 giugno 2024, durante la mostra allestita a Ottone al Centro polivalente.
Queste attività si iscrivono nel programma “Progetti Pilota – azioni di didattica post Covid” finanziato dalla Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni del Politecnico di Milano.

Le strade della Val Trebbia, una rete di percorsi che attraversano la storia

Anche ad Ottone, come in tutta Italia ed Europa, basta fare un po’ di ricerca ed è facile incontrare la storia. In questo territorio quasi montano è la strada (o meglio, sono le strade) a segnare il passare del tempo ed è attorno ad esse che ha lavorato il Laboratorio di urbanistica, scoprendo che è il susseguirsi del disegno viario che, nell’arco di 2000 anni, ha determinato la morfologia stessa del paese.
Di quale storia si tratta? Per sommi capi si riconoscono quattro tappe. Una prima relativa ad un cammino battuto che, valicando i monti, collega la pianura Padana al mar Ligure e che alcuni studiosi locali, tra cui Attilio Carboni, chiamano Caminus Januae. La seconda tappa vede svilupparsi, ai piedi del maniero, un borgo compatto disegnato dalle strette e sinuose vie commerciali. La terza si deve alla necessità di attraversare rapidamente il territorio in epoca napoleonica, che si realizza nel corso dell’Ottocento con la progettazione e la costruzione della strada nazionale Piacenza-Genova, poi nominata Strada Statale 45, che ad Ottone corrisponde a via Roma. L’ultima tappa porta il collegamento automobilistico veloce all’esterno dell’abitato, in alveo fluviale e su viadotto, quasi una superstrada. Ad ogni tappa corrisponde una velocità di movimento e un rapporto specifico con edificato e paesaggio che il Laboratorio di urbanistica ha studiato e cercato di valorizzare per un abitare agevole di residenti e villeggianti.

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