Comunicazioni del Presidente Zaia sul percorso istituzionale relativo all’autonomia differenziata

15 Ottobre 2024 17:13

In apertura della seduta odierna del Consiglio regionale del Veneto, il Presidente della Giunta Luca Zaia ha comunicato all’assemblea una serie di informazioni relative al percorso istituzionale sull’autonomia differenziata, con riferimento alla legge n. 86/2024 “Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario” ai sensi dell’art. 116 della Costituzione”.

“In questo momento – ha affermato il Presidente Zaia dopo aver ricordato il cammino autonomista del Veneto sfociato nel referendum consultivo del 22 ottobre 2017 e le successive tappe istituzionali – siamo nella fase della trattativa rispetto alle nove materie ‘non Lep’ e della costituzione del tavolo aperto dal ministro Calderoli il 3 ottobre scorso per le Regioni che hanno già attivato il proprio percorso, ovvero il Veneto (la prima regione a presentare l’attività ricognitiva), la Lombardia, l’Emilia-Romagna che però non chiede di partecipare al tavolo, la Liguria e il Piemonte. Il primo incontro è servito, appunto, a incardinare il tavolo, come previsto dalla legge 86 del 2004 che ne prevedeva l’apertura entro sessanta giorni dalla sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Il Governo è disponibile a iniziare il lavoro preparatorio su materie come l’organizzazione della giustizia di pace, i rapporti internazionali e con l’Unione Europea, il commercio con l’estero, professioni, protezione civile, previdenza complementare e integrativa, coordinamento della finanza pubblica del sistema tributario, Casse di risparmio, Casse rurali e aziende di credito a carattere regionale, enti di credito fondiario agrario a carattere regionale; il Veneto le chiede tutte, la Liguria e il Piemonte ne chiedono cinque, la Lombardia otto. Il percorso previsto dalla legge Calderoli non rappresenta un ‘colpo di mano’ a favore dell’autonomia, prevede una complessa serie di passaggi istituzionali tra regioni, parlamento e governo. Siamo quindi all’inizio del percorso, abbiamo presentato un blocco di funzioni simili a quelle delle altre regioni e siamo in attesa di ricevere le prime risposte dei Ministeri rispetto a quella che si configura, allo stato attuale, come un’ipotesi di lavoro”.

“Della battaglia delle battaglie – ha sottolineato la capogruppo del Partito Democratico Vanessa Camani – ovvero, dell’autonomia, cosa resta? Dettagli di competenze, ritagli di materie, qualche nuova partecipata, qualche Consiglio di amministrazione in più? Il mondo occidentale è impegnato in un grande cambiamento globale che travolge sistema produttivo, coesione sociale, ecosistemi e la soluzione sarebbe l’organizzazione di manifestazioni fieristiche? È questo che serve al Veneto? Si tratta di risposte inadeguate, persino dannose in termini di burocrazia, di competitività, di incertezza del diritto”. In seguito, sono intervenuti i colleghi del gruppo Pd; “C’è chi vuole dipingere il Partito Democratico – ha affermato Jonatan Montanariello – come il partito contrario all’autonomia, ma anche nel perimetro del centrodestra sono presenti elementi contrari, in particolare in Forza Italia e in Fratelli d’Italia”. “Con la legge autonomista – ha dichiarato Andrea Zanoni – non solo mancherà uniformità normativa sul territorio, ma mancherà anche l’efficienza e gli esempi in questo senso non mancano pensando alla gestione della vicenda Pfas o dei pesticidi in agricoltura, o alla Pedemontana, un esempio di inefficienza che rischia di portare sul lastrico la Regione del Veneto che invoca proprio lo Stato per gestire l’infrastruttura”. “Pensando al comparto sanità – ha sottolineato Anna Maria Bigon – esistono già modalità diverse di erogazione dei servizi da Ulss a Ulss: con l’autonomia sommeremmo differenza a differenza, aggiungendo anche quella tra regione e regione, e ciò vale anche per altre materie, come il commercio estero o la protezione civile, dove si rischia una frammentazione di competenze”. “Chiediamo certezza di unità, equità, stabilità e sviluppo – ha affermato la vicepresidente del Consiglio regionale Francesca Zottis – e quindi chiediamo filtri di controllo tali da garantire che questo percorso sia all’insegna dell’equità e dell’unità dello Stato”.

“L’obiettivo del percorso autonomista – ha ricordato il consigliere del Gruppo misto Stefano Valdegamberi – si configura in origine come una risposta alle precedenti istanze indipendentiste che sfocia nel percorso referendario del 2017, ma in realtà l’obiettivo è la responsabilizzazione delle regioni”. “Il percorso autonomista e le materie oggetto della riforma – il consigliere Fabiano Barbisan (Gruppo misto) – serviranno ad avvicinare la base economica al territorio: sarà una vittoria di tutti”.

“La battaglia contro l’autonomia – ha detto il presidente dell’intergruppo Lega-LV Alberto Villanova – è funzionale al centralismo, quello che spacca l’Italia, come la proposta referendaria, quella sì divisiva del paese. Vi chiedo, se non volete avere rispetto di noi, di avere rispetto dei veneti che hanno chiesto l’autonomia”. “Se ci fosse un po’ di buonsenso – ha affermato Marzio Favero (Lega-LV) – questo Consiglio esprimerebbe solidarietà al Presidente e proporrebbe di attivare un gruppo di lavoro che lo affianchi nella fase che si sta annunciando, di definizione delle funzioni”. “La nostra presenza in Consiglio – ha ricordato la consigliera Laura Cestari (Lega-LV) – non risponde a un mandato di partito: noi, oggi, in questo Parlamento, rappresentiamo tutti i veneti che nel 2017 hanno dato un’indicazione chiara e favorevole all’autonomia”. “Se c’è qualcuno che dobbiamo ringraziare – ha detto il capogruppo Giuseppe Pan (Lega-LV) – è il Presidente Zaia, perché ha dato dignità al nostro popolo dopo aver perso, sul fronte autonomista, tante occasioni storiche”, ringraziamenti cui ha fatto riferimento in un secondo momento anche il consigliere Roberto Bet (Lega-LV). “Autonomia – ha aggiunto la presidente della Sesta commissione Francesca Scatto (Lega-LV) – significa riconoscere le specificità e le peculiarità di un sistema, oltre gli stereotipi”. “Si apre una fase nuova di concertazione – ha affermato il consigliere Filippo Rigo (Lega-LV) – che servirà a ‘mettere a terra’ l’autonomia, l’unica riforma indirizzata verso un nuovo modello di governo del territorio”. “Si tratta dell’avvio di un nuovo modello di cultura pubblica – ha dichiarato il consigliere Stefano Giacomin (Lega-LV) – destinato ad avvicinare territorio e cittadini”. “L’attuazione dell’autonomia differenziata – ha sottolineato Marco Zecchinato (Lega-LV) – è destinata ad aprire nuovi scenari in molti settori, nell’auspicio che vi siano altri momenti di confronto”. “L’autonomia è anche una riforma culturale” ha aggiunto Marco Dolfin (Lega-LV).

“Colgo il suggerimento del consigliere Favero – ha affermato il Portavoce dell’opposizione Arturo Lorenzoni – perché l’autonomia è una bandiera, ma priva di contenuti, senza sostanza”. “Le tasse sarebbero rimaste ai veneti, questo era lo slogan del 2017 – ha sottolineato la capogruppo del Movimento 5 Stelle Erika Baldin – ma di questo aspetto non si sa più nulla, e oggi, probabilmente, alla luce di questa considerazione, i risultati del referendum sarebbero diversi. Una comunicazione deludente: mi aspettavo qualcosa di diverso rispetto a quanto si sente quotidianamente durante le conferenze stampa o si legge nelle interviste a giornali, tv, radio, nel corso degli anni.”.

“La storia del regionalismo in Italia è irta di ostacoli – ha ricordato la capogruppo di Forza Italia Elisa Venturini – un percorso difficile e travagliato di cui si dibatteva già nel 1861 e sfocia nella recente richiesta delle 23 materie previste dalla Costituzione; se vi sono resistenze, esse sono trasversali tra centri di potere che entrano in collisione, ma Forza Italia la propria parte l’ha fatta”; successivamente è intervenuto anche il collega Alberto Bozza: “Agli amici del centrosinistra e della sinistra dico: state sereni, arriveremo all’autonomia insieme in Veneto e anche grazie a Forza Italia, nell’interesse non di una parte, ma dei veneti e del nostro Paese”.

“Il percorso autonomista intrapreso dal governo Meloni – ha evidenziato il capogruppo di Fratelli d’Italia Lucas Pavanetto – è la risposta in termini di efficienza economica e politica ad anni di immobilismo dei governi di centrosinistra”. “Il percorso autonomista del Veneto – così il consigliere di FdI Stefano Casali – è un percorso lungo il solco della Costituzione, tutt’altro che eversivo, una riforma che va sostenuta tutti assieme”. “L’autonomia – ha aggiunto il vicepresidente del Consiglio regionale Enoch Soranzo (FDI) – è un modello che serve al paese, non solo al Veneto, e che non spacca l’Italia”. “Questa fase del percorso – ha evidenziato il consigliere di FDI Tommaso Razzolini – rappresenta un punto di partenza e oggi la sfida del Veneto è quella di confermarsi apripista nell’autonomia”. “Ringrazio il Presidente Zaia per tutto ciò che ha fatto – ha aggiunto il consigliere Joe Formaggio (FDI) – e anche la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, perché ci consentiranno di raggiungere l’autonomia”.

“Dovremo dire ai veneti la verità – ha sottolineato la capogruppo de il Veneto che Vogliamo Elena Ostanel – cosa accadrà in futuro rispetto all’autonomia? Io non sono sicura che verrà alla luce, quella riforma, anche alla luce della formulazione del Titolo Quinto della Costituzione, riformato in fretta, senza un ragionamento su che tipo di autonomia questo Paese potesse avere e fosse sostenibile con l’ordinamento dello Stato”.

“Spero che il referendum abrogativo possa essere approvato – ha auspicato il capogruppo di Europa Verde Renzo Masolo – e che potremo esprimerci per il bene del Veneto e delle future sfide climatiche, ambientali, sociali, economiche ed energetiche: che le giovani generazioni siano testimoni della fine di un’era politica e dell’inizio di un’altra”.

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