Celebrati i primi 50 anni di vita del Coro “Serenissima” di Vigonza

16 Ottobre 2024 14:45

Celebrati quest’oggi a palazzo Ferro Fini sede del Consiglio regionale del Veneto i 50 anni di vita del Coro “Serenissima” di Vigonza con la presentazione del libro di Renzo Marzaro “Il Paese che aveva 7 campanili” edito da Ronzani. A introdurre questo evento particolare, conclusosi con “L’inno alla Gioia” di Beethoven intonato dalla corale vigontina, il presidente del Consiglio regionale del Veneto, Roberto Ciambetti il quale nel suo saluto si è chiesto quale sia il ruolo delle corali nella società attuale: “In Veneto sono censiti ben 281 cori che sono ben più delle 147 bande musicali censite nel nostro territorio. Un numero elevato dunque quello dei cori, che testimonia non solo la passione per il canto corale, ma anche la voglia di stare assieme e assieme dar vita ad una esperienza armonica che non si limita solamente al canto e alla musica – ha detto Ciambetti – Il coro procura a chi canta e a chi ascolta un piacere particolare, perché unire la forza comunicativa della musica con un testo adeguato, significa trasportare l’ascoltatore in una nuova dimensione: l’esibizione di una corale è una esperienza, ancora oggi, emozionante. Io credo che ciò spieghi perché in Veneto ci sono ancora 281 cori e perché nel Paese dei 7 campanili, o come racconta Marzaro, anche delle sette squadre di calcio una per campanile, si sia riusciti nel 1974 a dar vita ad una unità che altrimenti non si sarebbe aggiunta”. Alle parole di Ciambetti ha fatto eco la presidente della VI Commissione Consiliare, Francesca Scatto: “Sette campanili ha Vigonza, uno per ciascuna frazione. E più di 23mila abitanti, distribuiti in maniera diversa nei sette centri. Le loro vicende sono raccontate in questo libro da un giornalista di lunga esperienza come Renzo Mazzaro, capace di metterle in relazione ai grandi cambiamenti sociali dell’ultimo mezzo secolo” La presidente della VI Commissione ha poi aggiunto “I cinquant’anni esatti dalla fondazione del Coro locale hanno fatto da spunto per un libro di interviste sul campo. Interviste che permettono di ripercorrere tutti i mutamenti principali di Vigonza e di metterne in luce le caratteristiche salienti. Questo Comune, infatti, se una parte presenta interessanti specificità, dall’altra condensa la storia del Veneto in tutto l’arco di tempo considerato. Basti pensare alla sua continuità urbanistica con l’hinterland patavino e, nel contempo, alle tracce ancora tangibili del graticolato romano. Come pure desta interesse l’identità paesana ancora molto viva in certe frazioni, quasi a bilanciare l’arrivo di oltre 10mila nuovi residenti nei cinquant’anni considerati. Tutti aspetti che affiorano nelle parole delle oltre novanta persone intervistate, tra ricordi e sensazioni. Questo, grazie anche al mestiere di Mazzaro, cronista di indubbio valore, peraltro residente a Vigonza, la cui penna sferzante abbiamo avuto modo di conoscere molto bene”. Marzaro quindi ha spiegato innanzitutto la genesi del libri: “Bisognava raccontare la storia del coro – ha spiegato ha spiegato il giornalista padovano – ma contemporaneamente raccontare la storia di chi ascoltava il coro cioè di quel territorio che si evolveva, migliorava, cambiava i comportamenti: il libro si muove su due binari, da una parte narra l’attività del coro e dall’altra racconta il territorio che non è solo i sette campanili. Vigonza vuol dire periferia di Padova, ma anche distretto della calzatura, Riviera del Brenta, il graticolato romano e via dicendo. E’ un luogo da dove si è passati dalla realizzazione delle scope in saggina ad Amazon.  Per realizzare questo volume c’è stato un lavoro importante alle spalle, importante e non facile da affrontare anche se alle fine, lo posso ben dire, ne è valsa la pena. Ho raccolto decine e decine di storie con il mio registratore. E a ogni racconto si apriva un mondo, che mi riportava ad altre persone, luoghi e situazioni. Il risultato è questo libro, il cui ricavato andrà a sostegno del Coro Serenissima”.  Hanno infine portato le loro testimonianze il presidente del Coro, Ferruccio Artuso, gli ex sindaci di Vigonza, Nunzio Tacchetta e Renzo Barutta e in conclusione, dopo l’ “Inno alla Gioia” parte corale del quarto e ultimo movimento della  Nona Sinfonia di Beethoven nonché inno europeo, l’oma “Inno a Venezia in Coro”.

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