50 anni del Coro Serenissima e “Il paese che aveva 7 campanili”

16 Ottobre 2024 13:49

“Verrebbe da chiedersi che senso hanno i cori oggi nell’era dell’Intelligenza artificiale e della fascinazione della vita virtuale garantita dai social: uno studio condotto dall’Università della Pennsylvania ha rilevato un legame tra la quantità di tempo trascorso sui social media e l’aumento di depressione e solitudine. Ecco in quest’era hanno senso i cori? In Veneto sono censiti ben 281 cori che sono ben più delle 147 bande musicali censite nel nostro territorio. Un numero elevato, che testimonia non solo la passione per il canto corale, ma anche la voglia di stare assieme e assieme dar vita ad una esperienza armonica che non si limita solamente al canto e alla musica. S. Agostino fu il primo grande autore cristiano che, nel De Musica, riconobbe il carattere spirituale del canto. In un famoso passaggio delle Confessioni ricorda addirittura che fu talmente rapito dall’ascolto di una salmodia in canto ambrosiano, da essere assalito dal rimorso per il piacere che aveva provato… altri tempi! Il coro supera i secoli, procura a chi canta e a chi ascolta un piacere particolare, perché unire la forza comunicativa della musica con un testo adeguato significa trasportare l’ascoltatore in una nuova dimensione”. Con queste parole il Presidente del Consiglio regionale del Veneto Roberto Ciambetti ha aperto la conferenza stampa di presentazione dei 50° di attività del Coro dell’Associazione “Coro Serenissima di Vigonza”, nel corso della quale è stato illustrato anche il volume “Il paese che aveva 7 campanili” – Storia e storie di Vigonza dal 1974 ad oggi alla ricerca di una nuova identità”, a firma del giornalista Renzo Mazzaro. “L’esibizione di una corale è una esperienza, ancora oggi, emozionante. Io credo che ciò spieghi perché in Veneto ci sono ancora 281 cori e perché nel Paese dei 7 campanili, o come racconta Mazzaro, anche delle sette squadre di calcio, una per campanile, si sia riusciti nel 1974 a dar vita ad una unità che altrimenti non si sarebbe aggiunta. Celebriamo così questi primi cinquant’anni del coro “Serenissima” che oggi ha un repertorio che, dimostrando una modernità dinamica, spazia dalla musica rinascimentale a quella contemporanea, dalla tradizione popolare veneta a quella nazionale e internazionale: una voce che non ha confini e che in questi cinquant’anni di vita ha saputo non solo regalare emozioni, ma anche organizzare cicli e concerti aperti ad altre formazioni corali in una sorta di ampio confronto e dialogo. Un esempio importante dunque a cui auguro altri lustri di vita attiva, allegra e al servizio della propria comunità. Un ringraziamento particolare a Francesca Scatto, Presidente della Sesta commissione, che ha voluto celebrare i 50 anni del Coro Serenissima di Vigonza qui a Palazzo Ferro Fini e al Presidente del Coro, Ferruccio Artuso, oltre che al giornalista Renzo Mazzaro.

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