Centri storici e futuro: le nuove sfide analizzate nell’incontro di Italia Nostra
20 Ottobre 2024 12:51
I centri storici, un tempo cuore pulsante delle città, oggi affrontano una crisi profonda che non può più essere ignorata. Lo sfregio di edifici abbandonati e di negozi sfitti è diventato così comune da non fare più scalpore. Questi spazi, un tempo vitali, sembrano ora cadere nell’oblio, senza soluzioni concrete all’orizzonte.
Se ne è diffusamente parlato ieri pomeriggio, davanti ad un pubblico partecipe, all’auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano, dove è andato in scena il convegno “La tutela dei centri storici”, moderato dalla giornalista Patrizia Soffientini e promosso da Italia Nostra, sezione di Piacenza.
Dopo l’introduzione di Pietro Chiappelloni, presidente della sezione piacentina dell’associazione, la parola è passata a Giovanni Losavio, presidente nazionale onorario di Italia Nostra che ha sottolineato come sia necessario ripensare al centro storico non solo come un insieme di strade e palazzi, ma come simbolo di identità cittadina che merita rispetto e valorizzazione: “Fulcro di questo percorso è “La Carta di Gubbio”, la dichiarazione di principi sulla salvaguardia ed il risanamento dei centri storici, approvata nel 1960.
Preoccupa l’assenza di una tutela adeguata per i centri storici italiani. Parliamo di luoghi oggi completamente esposti a rischi di degrado, senza che vi sia una protezione efficace e sistematica”. Il presidente Losavio, come rilevato da Soffientini, ha disegnato un excursus storico a tratti “sconfortante, una storia di occasioni mancate”.
Paolo Carpentieri, presidente del Tar Emilia Romagna, in collegamento da remoto, ha offerto una riflessione approfondita sulla complessa situazione dei centri storici, esaminando le tensioni e le interazioni tra urbanistica, edilizia e tutela: “Parlare del riordino e della tutela dei centri storici in un’epoca di complessità significa affrontare una serie di problematiche e opportunità che riguardano non solo la conservazione del patrimonio culturale ma anche la società stessa”.
Durante il convegno, si è analizzata l’importanza di preservare il patrimonio storico, ma anche di renderlo vivo e funzionale.
Paolo Maddalena, vicepresidente emerito della Corte Costituzionale, da remoto, ha aggiunto: “I centri storici rappresentano un bene comune che la nostra Costituzione tutela attraverso vari articoli ( 9, 2 e 41). Tuttavia, la protezione di questi beni è spesso inadeguata: la legislazione esistente risulta carente, flebile e incompleta, incapace di affrontare in maniera efficace le sfide contemporanee. A questo si aggiunge la pressione esercitata da un sistema economico predatorio, alimentato da dinamiche neoliberiste”.
Salvatore Settis, illustre accademico dei Lincei e noto studioso, ha offerto un intervento articolato, da remoto, sul tema della crisi delle città, “fulcro della memoria collettiva ma sempre più minacciata da processi di degrado e trasformazione indiscriminata, spesso dettati da logiche economiche che ignorano il valore sociale e culturale dei centri storici. Intimorisce la ritirata delle istituzioni che cedono spazio e potere a privati spesso speculatori”.
© Copyright 2024 Editoriale Libertà