La sorella di Aurora: “Una fiaccolata per lei e contro i femminicidi”
27 Ottobre 2024 14:56
La sorella 22enne di Aurora Tila, la ragazza di 13 anni che la mattina del 25 ottobre è morta, caduta da un balcone a Piacenza, continua a postare messaggi sui social dove sostiene che “si è trattato di un omicidio”. “Verrà organizzata da me personalmente una fiaccolata in nome suo e di tutti i femminicidi che succedono ogni giorno”, ha scritto su Instagram. L’iniziativa, dice, avverrà dopo i funerali, che ancora non sono stati fissati.
In altro messaggi la ragazza chiede “verità” e “giustizia”.
Per l’omicidio è indagato, senza misure cautelari, il fidanzato di 15 anni, che il giorno del fatto è stato a lungo interrogato da carabinieri e Procura per i minorenni, e poi rilasciato. Il giovane continua a negare qualsiasi responsabilità per quanto avvenuto: “Io non c’entro, è caduta da sola,” ha ripetuto più volte agli inquirenti.
Secondo l’Ansa, la madre di Aurora avrebbe riferito ai carabinieri che pochi giorni prima la figlia aveva segnalato ai Servizi sociali il comportamento del fidanzato, ritenuto ossessivo e geloso con le difficoltà da parte della ragazza a interrompere la relazione. Nei prossimi giorni la famiglia, assistita dall’avvocato Lorenza Dordoni, potrebbe presentare una denuncia agli inquirenti per ricostruire altri presunti episodi subiti dalla ragazza.
IL CORDOGLIO DELLA SINDACA tarasconi: “a disposizione degli inquirenti”
“Di fronte all’enormità indicibile di quanto è accaduto, credo che un silenzio carico di rispetto e di sincera vicinanza alla famiglia di Aurora, sia l’unica dichiarazione al momento possibile per esprimere il dolore della nostra comunità, che in questi giorni piange la scomparsa di una ragazza di 13 anni con un senso di profonda partecipazione e con la consapevolezza, al tempo stesso, di dover proteggere da ogni possibile strumentalizzazione e curiosità morbosa una vicenda su cui è in corso un’indagine giudiziaria”. Così si legge in una nota della sindaca Katia Tarasconi, che aggiunge: “I Servizi sociali del Comune di Piacenza sono stati, sin dall’inizio, a disposizione degli inquirenti, con il doveroso riserbo nei confronti del loro lavoro e con la volontà, laddove possibile, di fornire qualsiasi elemento che possa essere ritenuto utile”.
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