“Dove eravamo tutti mentre una bimba lottava per la vita?”, l’editoriale di Libertà

01 Novembre 2024 12:07

EDITORIALE DI GIAN LUCA ROCCO DIRETTORE GRUPPO LIBERTÀ

Se i fatti venissero confermati, dove eravamo mentre Aurora lottava per la sua vita appesa ad una ringhiera, con le dita schiacciate dalla prepotenza di un ragazzino? Dove era Piacenza mentre lui le colpiva le nocche facendole perdere la presa? Dove erano gli assistenti sociali, gli educatori, la sua famiglia, i compagni, la scuola, il parroco, la nostra società, persino noi giornalisti che non siamo colpevolmente stati in grado di intercettare questa situazione di disagio mentre lei precipitava nel vuoto, guardando per infiniti attimi, forse con gli occhi sbarrati e per l’ultima volta il volto di chi l’aveva spinta verso la morte? È inutile girarci intorno: i particolari emersi e quelli che noi di Libertà conosciamo ma per pudore e riguardo non comunichiamo perché aggiungerebbero solo morbosità ad una vicenda già di per sé terribile e inumana, confermano solo che la colpa è di tutti noi. Di una città che non ha saputo proteggere una delle sue bambine, una tredicenne cresciuta troppo in fretta. Che non ha saputo aiutare un suo giovane, un quindicenne che aveva già una lunga serie di “problemi” con le autorità e che forse in questo modo manifestava il desiderio di essere fermato o quanto meno ascoltato. Che, pare, aveva chiesto di essere aiutato. Ma soprattutto, alla luce da quanto scritto in un comunicato stampa, dove erano i Servizi sociali che conoscevano la situazione, che sapevano di una relazione assurda tra una bambina di 13 anni e un quindicenne grande e grosso che passava le notti da lei contro la volontà della madre. Che faceva paura agli adulti, figuriamoci a quella bimba alta la metà di lui. C’era davvero bisogno di una denuncia da parte della donna per intervenire? Non bastavano tutti i segnali che da molto tempo per stessa ammissione dei servizi sociali venivano raccolti e documentati? Non bastava quell’episodio di gelosia che viene citato nel comunicato? Non vogliamo lanciare accuse, non vogliamo dare giudizi sull’onda emotiva: ma qualcuno dovrà spiegare perché Aurora, nonostante le avvisaglie, fosse in compagnia di quel ragazzo che tutti conoscevano per essere quantomeno molto difficile e noto per la sua profonda inquietudine. E stiamo usando degli eufemismi. Intanto il cuore, ad ogni dettaglio, sanguina per una nostra figlia che ha perso il futuro che meritava, che desiderava, che sognava. Come Parigi dove avrebbe festeggiato i 14 anni, come la Torre Eiffel che non vedrà mai.

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