Cittadella, 250 piacentini sotto il Comune: “Il taglio degli alberi un’esecuzione”

09 Novembre 2024 16:57

“Siamo qui per gridare al posto degli alberi il nostro sconcerto e il nostro dissenso verso questo modo di gestire la cosa pubblica. La città è dei cittadini, ma questi ultimi non sono stati ascoltati”.

L’urlo di Piazza Cittadella si è levato alto questo pomeriggio, sabato 9 novembre,
arrivando fino in Piazzetta Mercanti, ai piedi del Comune di Piacenza.
È l’urlo dei quindici alberi tagliati per la realizzazione del parcheggio interrato nell’area di fronte a Palazzo Farnese, ma è soprattutto il grido di decine di manifestanti che per mesi si sono battuti con l’intento di impedire che questa decisione, poi ugualmente attuata, potesse concretizzarsi.

Cartelli alla mano e fischietti alle labbra, circa 250 piacentini hanno risposto presente al sit-in di protesta organizzato da numerose associazioni in risposta all’operazione di abbattimento delle piante completata ieri. Un’operazione, quest’ultima, avviata in seguito al pronunciamento del Collegio del tribunale che martedì scorso aveva accolto il reclamo presentato da Piacenza Parcheggi e dal Comune contro lo stop al taglio degli alberi. Un primo pronunciamento aveva infatti accolto la richiesta di Legambiente contro l’abbattimento.

“Purtroppo – ha commentato amareggiata Barbara Gardella del Presidio dei cittadini – non siamo stati ascoltati. Il taglio di questi alberi è stata una vera e propria esecuzione. Per noi sono quindici eroi, avendo essi resistito per anni a un ambiente urbano a loro non favorevole. Insieme, costituivano un polmone verde essenziale per una zona altamente inquinata. Siamo qui per gridare al posto loro: questo non è stato un bel modo di fare politica, di gestire la cosa pubblica. I cittadini non sono stati presi in considerazione e questo è un dato di fatto”. 

“Abbiamo perso una battaglia, ma non la guerra” le ha fatto eco Laura Chiappa, presidente di Legambiente Piacenza. “Ora vedremo che accadrà con gli esposti presentati da Italia Nostra e dalle varie associazioni. Una cosa vorrei che fosse chiara: la nostra lotta continua. Questo è solo l’inizio perché Piacenza si svegli e riesca a tutelare, insieme ai cittadini, le aree verdi che restano. L’obiettivo è quello di arrivare ad una buona qualità della vita in questa città ed a scelte urbanistiche che tengano conto dell’interesse pubblico della collettività. Ciò è possibile solo attraverso il riconoscimento del valore delle alberature e di tutte le residue aree verdi presenti in città. Abbiamo speranza: c’è il Pug (Piano urbanistico generale, lo strumento di pianificazione che il Comune redige per delineare gli obiettivi e le scelte strategiche di assetto della città e del suo territorio, ndc) su cui incidere fortemente, con tante aree ancora a rischio, come gli orti di via Campesio, certamente da preservare e valorizzare. La nostra battaglia, molto semplicemente, si sposta. Anche se ovviamente continueremo a vigilare sulla realizzazione del parcheggio interrato in Piazza Cittadella riguardo agli scavi archeologici”.

A organizzare il sit-in, oltre a Legambiente, il Presidio dei cittadini di piazza cittadella, Italia Nostra, il Laboratorio popolare della cultura e dell’arte di Alberto Esse, il FATe (Fondo Ambiente e Territorio Piacenza) e l’associazione Archistorica.

Diversi gli interventi di tanti comuni cittadini, che hanno voluto portare la loro testimonianza e la loro affezione nei confronti delle alberature.
Le seimila firme cartacee raccolte in questi mesi dalle associazioni impegnate contro l’abbattimento degli alberi (34mila quelle messe insieme in totale) sono state messe in mostra di fronte al palazzo comunale come gesto simbolico, formando un grande albero.

Le firme raccolte stese a terra come gesto simbolico

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