L’escursionista Salini si racconta: “Non serve andare a Capo Nord per l’avventura”

12 Novembre 2024 23:11

“Ciò che più amo del viaggio è il senso di libertà, la possibilità di lasciarsi stupire da luoghi sempre nuovi. Ogni volta il paesaggio cambia, e anche io cambio, perché il viaggio è una scoperta non solo del mondo esterno, ma di me stesso. Ci sono momenti, come quando mi trovo di fronte a un scorcio senza fine o a una catena montuosa avvolta dalle nuvole, in cui rimango senza fiato. È come se la natura parlasse, raccontandomi una storia antica e sconosciuta”. Le parole dell’escursionista, videomaker e fotografo Roberto Salini hanno riempito la puntata dello “Specchio di Piacenza”, format di Telelibertà ideato e condotto da Nicoletta Bracchi.

L’ospite è riuscito a fondere visione e autenticità, regalando al pubblico in ascolto molto più di un semplice racconto. Le immagini delle sue esperienze hanno trasmesso la forza e il valore delle bellezze naturali del nostro territorio, risvegliando in chi guarda una nuova consapevolezza.

Salini, autore di “Sentieri piacentini”, programma molto seguito, in onda sulle frequenze di Telelibertà, è ormai un volto noto: “La mia barba lunga aiuta. Mi capita di essere riconosciuto, ed è sempre una sorpresa. Mi dicono che ho fatto scoprire lo splendore delle colline e delle montagne della nostra provincia. Il mio obiettivo è anche contribuire a far riscoprire il piacere di un’uscita all’aria aperta. Alcuni mi chiedono consigli sui sentieri, altri vogliono sapere quali luoghi esplorerò in futuro o se ci sarà mai un percorso escursionistico che si possa percorrere insieme. È un riconoscimento che mi onora. Sono felice di poter essere una guida d’eccezione, e di condividere con i telespettatori il mio amore per questo territorio che trovo straordinario. Credo sia importante rendere omaggio alle nostre radici e far conoscere anche le perle meno note di questo angolo d’Italia, dove ci sono panorami unici. Basta una salita nella nebbia verso il Monte Ragola per vivere l’emozione. Non so se sia il posto più bello del mondo, ma il territorio piacentino è quello che, per me, ha un fascino insostituibile. È qui che mi sento a casa, tra sentieri, valli e fiumi che conosco come le mie tasche, ma che continuano a meravigliarmi”. E aggiunge convinto: “Non serve andare a Capo Nord per trovare l’avventura o il mistero: basta risalire i sentieri locali, camminare tra le nostre valli dove ogni passo rivela qualcosa di sorprendente. Questa è la bellezza che voglio far leggere, e sono grato di poterlo fare insieme a un pubblico che condivide questo sentimento per Piacenza e le sue montagne”.

Viaggiare per Salini non è una fuga, ma uno sfogo che alimenta la sua curiosità: “Ho sempre amato esplorare in solitudine, affrontare sforzi fisici notevoli e spingermi oltre, cercando nuovi orizzonti. La solitudine per me è una scelta: viaggiare mi dà un senso di infinito”.

I compagni di viaggio ideali?: “Dopo mio padre, oggi anche mia figlia Beatrice mi segue. Ma solitamente preferisco restare solo, affrontare il cammino come un esercizio mentale, uno sforzo fisico in cui resistere è anche una questione di testa: è tutto nella voglia di andare avanti, passo dopo passo, sfidando gambe e fiato. Non ho il cosiddetto “mal d’Africa”, piuttosto soffro di un perenne “mal di viaggio”. Quando sono nel pieno dell’avventura più che il caldo, temo il freddo, ma è parte della sfida. Il viaggio? Lo vivo come un sogno, proprio come un tramonto indimenticabile sul Bosforo a Istanbul o una mongolfiera nel cielo della Cappadocia. Oppure in Namibia, un luogo magico, dove ho potuto incontrare popolazioni locali e catturare la loro bellezza autentica e spontanea in fotografie rubate, scattate con discrezione per cogliere l’essenza delle persone nel loro ambiente”.

Il suo spirito da esploratore è nato nel bosco sotto la casa dei nonni nella campagna piacentina: “Quel piccolo angolo di natura mi ha spalancato le porte del mondo, alimentando la mia voglia di evasione sin da bambino. Lì immaginavo avventure fantastiche, e ogni albero o sentiero diventava il palco di storie che raccontavo a me stesso, intraprendendo viaggi con la fantasia molto prima di esplorare terre vicine e lontane”. Serve riflettere su un allarme che si chiama rispetto della natura: “Mi sembra che stia emergendo una maggiore consapevolezza riguardo al problema dei rifiuti abbandonati nei boschi, e noto con piacere che qualcosa sta realmente cambiando. Sempre più persone sembrano prendersi a cuore la cura degli spazi naturali, evitando di lasciare tracce del proprio passaggio e contribuendo a mantenere pulite le aree verdi. C’è una sensibilità crescente verso l’ambiente, e un’attenzione al tema dei rifiuti che qualche anno fa era meno sentita. È un piccolo ma importante segnale di cambiamento verso una maggiore responsabilità collettiva per la tutela del nostro territorio. Passione per i fossili? E’ con mia moglie Elisa che ho riscoperto il piacere di cercare, studiare e apprezzare i segni della storia nella natura, un fascino antico che ci collega a tempi lontani”.

Tutte le puntate del format si possono rivedere on demand sul sito teleliberta.tv.

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