Negozio chiuso, ma non per l’Inps: “Mi hanno pignorato il conto e ipotecato la casa”
18 Novembre 2024 03:22
Prima si vede pignorare il conto e adesso ipotecare anche la casa. La spiegazione? Non aver pagato 23 mila euro di contributi per un negozio e una partita iva regolarmente chiusi davanti a un notaio, ma non per l’Inps. È una situazione surreale quella in cui si trova la piacentina Aurelia Maggio: nel 2008 aveva chiuso la sua attività di abbigliamento, quattro anni dopo la partita iva.
A novembre 2016 Equitalia le invia un’ingiunzione di pagamento da 40 mila euro per i contributi non versati dal 2008 al 2016. Anni in cui l’attività era già regolarmente chiusa.
“Ma la chiusura dell’attività e della partita Iva erano state fatte regolarmente – spiega la donna – mi sono rivolta all’Inps per spiegare la questione. Ho contattato anche Confesercenti che ha presentato tutti i documenti dell’avvenuta chiusura”. L’Inps però conferma che la piacentina deve pagare i contributi dovuti: nel gennaio 2020 la informano che dal computo sono stati tolti i contributi degli anni fra il 2012 e il 2016, ma il resto deve essere saldato. Sono circa 23 mila euro: la battaglia di Maggio prosegue, lei si rivolge a un legale e intanto le viene pignorato il conto. “Ho trasmesso all’Inps un’istanza di autotutela – aveva spiega l’avvocata di Maggio, Cristina Rastelli – mi è stato risposto testualmente che si conferma il precedente provvedimento di cancellazione in quanto il notevole lasso di tempo intercorso non consente di apportare ulteriori modifiche sulla posizione previdenziale”. Di fatto la pratica risulterebbe troppo “vecchia” per poter essere modificata digitalmente.
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