Un murale per celebrare i 35 anni di attività del Cpp: “Un dono per Piacenza”

23 Novembre 2024 17:44

Si intitola “Rompere il guscio, vivere il conflitto, far nascere nuove risorse” il murale che gli artisti Silvio Boselli e Pierluigi Pintori hanno realizzato per il Centro Psicopedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti di Piacenza.

Un’opera d’arte pensata per arricchire la parete esterna della sede di via Campagna e voluta dal direttore Daniele Novara in occasione dei primi 35 anni di attività del centro che dal 1989 è un punto di riferimento per educatori e genitori nella risoluzione dei conflitti e per la crescita dei propri figli.

“Questo è un dono che il CPP vuole fare alla città di Piacenza, mettendo a disposizione le proprie mura e un’opera murale di cui potranno godere tutti cittadini, situata a fianco dei mosaici del “Trittico sul gioco infantile” dell’artista William Xerra” ha affermato Novara.

“La scritta che si può leggere nell’opera, “rompere il guscio, vivere il conflitto, far nascere nuove risorse”, è l’esemplificazione del percorso che stiamo compiendo da 35 anni. Ribadendo, ogni giorno, l’importanza del non rimanere bloccati dall’educazione ricevuta e del saper accettare e gestire al meglio i conflitti”. Al pomeriggio di festeggiamenti sono intervenuti anche Francesco Brianzi, assessore al Comune di Piacenza, Paola Gazzolo, presidente del consiglio comunale di Piacenza, Elena Uber, Fondazione di Piacenza e Vigevano, Gaetano Rizzuto, già direttore del quotidiano Libertà, ed Elena Passerini, vicepresidente del CPP.

“I tre punti che solleva il murale sono tre dei punti che più mi e ci rappresentano. Per prima cosa, la capacità di riconoscere ed accettare l’educazione che abbiamo ricevuto per poi essere capaci di superarla, di prendere ciò che di buono ci ha donato e di “rompere il guscio”, abbandonare tutte le costrizioni consce e inconsce che troppo spesso ci limitano e non ci rendono capaci di essere noi stessi” continua Novara “Vivere il conflitto, accettarlo per poterlo gestire è il secondo punto. Il conflitto permette di riconoscere l’altro e di dare legittimità alla sua opinione. Negare il conflitto è negare la possibilità di idee divergenti dalle nostre, vuol dire rifiutare l’idea di una società formata da una pluralità di idee. Il conflitto, se gestito, è il miglior antidoto alla violenza e un grande strumento di crescita personale.

Infine, far nascere nuove risorse, a indicare la cura sempre più necessaria sia verso le nuove generazioni sia verso noi stessi. Bisogna essere capaci di stimolare le nuove risorse, senza schematismi, senza classifiche, senza ancore che non fanno spiegare le vele. Un augurio quindi, a tutti e tutte: rompete il guscio e buon conflitto”.

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