Aurora, un mese senza un perché. Violenza di genere mai così precoce

25 Novembre 2024 09:22

Resta al “Dozza” di Bologna, non si sa se abbia parlato ancora in questo lungo mese senza ancora un perché, ma di certo non tocca il cellulare da lunedì 28 ottobre, il 15enne fermato con l’accusa di aver spinto dal balcone Aurora Tila esattamente un mese fa, alle 8 del mattino, in via Quattro Novembre.

I profili social dello studente che in quei giorni era sospeso da scuola, intanto, restano lì, a parlare di un amore che non era amore. Su Instagram, alla sua pagina, ci sono dei numeri usati come descrizione: 5201314. Chiediamo a un amico cosa vogliano dire: «Quella sigla, in codice, vuol dire “Ti amo”», risponde tirandosi il cappuccio nero sulla testa. Intorno ai numeri due cuori e la scritta che col senno di poi fa venire i brividi. “Esiste solo Aurora”. Aurora che adesso non esiste più.

GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO LA VIOLENZA ALLE DONNE

I muri sotto casa di Aurora, intanto, sono un altare. Con la bomboletta spray fucsia qualcuno ha scritto “Aurora vive”. Ci sono i fiori, le candele bianche, i disegni: “Vola più in alto che puoi”. L’età di chi chiede aiuto si è abbassata ancora, l’asticella non si sa più dove collocarla: “Prima le donne che si rivolgevano a noi erano di età compresa tra i 35 e i 65 anni – sottolinea Donatella Scardi, presidente del Centro antiviolenza di Piacenza -. Oggi un’età non c’è, ogni parametro è saltato completamente. Ascoltiamo persone giovanissime. A volte vengono i genitori a chiedere aiuto, consiglio. E ci sono anche vittime di violenza che hanno superato i 70 anni”.

L’ARTICOLO DI ELISA MALACALZA SU LIBERTA’

© Copyright 2024 Editoriale Libertà