“L’ospedale deve rimanere pubblico e in via Taverna”, il comitato lancia petizione
26 Novembre 2024 12:50
“L’Ospedale di Piacenza deve rimanere Pubblico e in via Taverna”. Sono i punti fermi su cui gravita la petizione lanciata dal Comitato Salviamo l’ospedale – contrario alla realizzazione di una nuova struttura, al costo stimato in 330 milioni, e al suo finanziamento con un una operazione di partenariato pubblico-privato – sostenendo che “sulla proposta di costruzione del nuovo ospedale c’è la più grande disinformazione mai vista a Piacenza“.
Le criticità del progetto sono state illustrate martedì 26 novembre nel corso di una conferenza.
tutte le criticità del progetto secondo il comitato
Il primo punto, consultabile nella petizione, riguarda la tipologia di intervento: “Non è vero che è previsto un ospedale nuovo – si legge nella petizione -, ma solo la costruzione di un edificio, per altro in zona periferica, che viene definito dalla stessa ASL, nello studio di fattibilità predisposto, ospedale di sostituzione ed infatti non viene aggiunta nessuna nuova specializzazione o centro di ricerca“.
Un altro punto contestato è la presunta impossibilità di ampliare l’ospedale di via Taverna: il comitato sostiene che, al contrario, “sarebbe possibile costruire un nuovo padiglione da 43mila mq, portando la superficie complessiva dell’ospedale a 145mila mq, con un miglioramento dell’efficienza senza dover ricorrere a una nuova costruzione”.
Sul tema dei parcheggi, il comitato respinge l’idea che la zona attuale non possa essere adeguata, proponendo soluzioni alternative come l’ottimizzazione degli spazi di via XXI Aprile e delle aree limitrofe, senza necessità di spostare l’ospedale in una zona periferica.
sui finanziamenti
Una delle principali critiche riguarda il finanziamento del progetto: secondo quanto indicato dall’Ausl, infatti, il nuovo ospedale richiederebbe circa 330 milioni di euro, ma solo 135 milioni provengono dal contributo pubblico. Per coprire il resto della spesa, si ipotizza l’intervento di un privato attraverso il partenariato pubblico-privato, un modello che il comitato considera rischioso. L’ingresso di capitali privati, infatti, comporterebbe l’affidamento per 20-30 anni di servizi extra sanitari (come la manutenzione, la pulizia e la gestione del calore) a una società privata, con un canone annuale che ridurrebbe le risorse destinate alla spesa sanitaria.
Il comitato denuncia anche gli alti costi della demolizione e costruzione di un nuovo ospedale, che supererebbero i 450 milioni di euro, e il consumo di suolo agricolo che deriverebbe dalla realizzazione del nuovo ospedale. Un ulteriore aspetto preoccupante è la possibile dequalificazione di un’area della città, abbandonando la struttura attuale.
“LA sanità deve rimanere pubblica”
I membri di “Salviamospedale” ribadiscono la loro ferma convinzione che “la sanità pubblica debba restare un diritto per tutti e non diventare un’opportunità di profitto per i privati”, aggiungendo che “l’entrata dei privati nella gestione di un ospedale pubblico comporterebbe la distruzione inesorabile della nostra sanità pubblica”.
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