La povertà morde: il centro “La Giara” aiuta 660 persone, appello per cibo e indumenti

05 Dicembre 2024 01:58

L’Italia che non ce la fa ha tanti volti. Al Centro Caritas La Giara ne conoscono 660: tante sono le persone – pari a 188 famiglie – aiutate, che arrivano tutte da una parte della città, quella che corrisponde alla Comunità pastorale 8. Sulla cartina di Piacenza è un’area ben specifica che si può delimitare attraverso le parrocchie: Corpus Domini, Santa Franca, San Lazzaro e San Vincenzo de’ Paoli, Santa Maria del Suffragio per restare in città, ma si allarga anche a Borghetto, Le Mose, Mortizza, Mucinasso e Roncaglia.

“Siamo una sessantina di volontari – spiega Maria Pia Gliozzo, che fa parte del consiglio della Giara – e operiamo su tre ambiti: c’è il centro di ascolto da cui deve passare ogni nuova richiesta sia per conoscersi sia per accedere a un eventuale contributo economico. C’è il servizio di distribuzione viveri a cui le persone accedono con una cadenza almeno mensile, anche se le famiglie più numerose vengono rifornite due volte al mese di borse viveri. E infine c’è il servizio guardaroba che è aperto anche agli ospiti di altre aree della città, chiaramente su appuntamento. Il tutto è fatto in collaborazione con la Caritas diocesana”.

PIACENZA: I NUMERI DELLA SOLIDARIETÀ

Delle 660 persone aiutate dalla Giara, la maggior parte – 534 – è straniera: 394 arrivano dai Paesi africani, 75 sono italiani e 51 sono rom. La quota maggiore delle persone sostenute è rappresentata dagli adulti: sono 448, di cui 342 stranieri. Ma non mancano neppure bambini e ragazzi, segno che la povertà non conosce età, ma differenze di nazionalità sì: 194 sono i minori di quindici anni aiutati dal centro di cui solo otto sono italiani. Se abbassiamo ulteriormente l’età, sono 18 i bimbi da zero a due anni “in carico” alla Giara. Tutti stranieri.

“Abbiamo anche diversi anziani – va avanti Gliozzo – si tratta di persone italiane, che vivono da sole e con la pensione fanno fatica ad arrivare a fine mese”.

GUANTI E CUFFIE, MA ANCHE ALIMENTI: L’APPELLO A RACCOGLIERE

Attualmente i volontari hanno lanciato un appello per cuffie, sciarpe e guanti da adulto. Ma anche generi alimentari a lunga conservazione, omogeneizzati e pannolini. Per quanto riguarda il vestiario, chi vuole contribuire può farlo donando direttamente al guardaroba che si trova in via Zani 5 negli orari di apertura dalle 9.30 alle 11.30 di lunedì, mercoledì e venerdì (per info 380.3871698). È possibile anche donare culle e passeggini purché in buono stato.

Per quanto riguarda invece gli alimenti, sono richiesti latte a lunga conservazione, farina, riso, zucchero, biscotti, merendine, dadi, tonno e, per i più piccoli, biscotti per l’infanzia, omogeneizzati di frutta e pannolini per i bambini: è possibile concordare le modalità di consegna scrivendo alla mail [email protected] oppure chiamare la parrocchia di Santa Franca al numero 0523.571071.

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