Linda “Gola profonda” icona del femminismo dal passato a luci rosse

“Deep throat” (Gola profonda) è lo scandaloso film del 1972 diretto da Jerry Gerard, ovvero Gerard Damiano, un ex parrucchiere che qualunque critico farebbe fatica a classificare come autore. Damiano sostiene di aver scritto la sceneggiatura in un fine settimana – e gli crediamo. La star del film era la (ancora per poco) sconosciuta Linda Lovelace alias Linda Boreman, nata a New York nel 1949. La storia ci dice che il film ebbe un successo talmente vasto che non solo guadagnò svariate migliaia di dollari, ovviamente suscitando grande scandalo, ma fu considerato l’iniziatore del cosiddetto genere porno soft.
Parliamo di lei, Linda. Da quel momento – ma anche prima, sin dall’incontro, ancora adolescente, con il marito-sfruttatore violento Chuck Traynor – la sua vita fu travolta da «un’ondata di richieste sempre più eccessive, luride e violente», con tanto di «botte e minacce con pistola alla tempia, se non avessi acconsentito a girare alcune scene», ha dichiarato l’attrice anni dopo.


Molto prima del #MeToo (che, a parte alcune ostentazioni, è senz’altro cosa buona e giusta), Lovelace decise di divorziare, ritirandosi per sempre da quel mondo “vietato ai minori”. Si risposò con un brav’uomo e divenne madre di due bambini (un altro lo partorì da minorenne e fu dato in adozione, ndr), trascorrendo gli ultimi anni della sua vita a fare la casalinga in una sperduta cittadina della provincia americana.
E si fece, cosa più importante, paladina dei diritti delle donne, soprattutto di quelle abusate dai mariti. Pubblicando la sua prima autobiografia “Ordeal”, divenne la testimonial perfetta contro lo sfruttamento delle donne nell’industria della pornografia. Nel 1986 l’attrice testimoniò davanti alla commissione governativa anti-pornografia istituita dal presidente Ronald Reagan, sostenendo che «ogni volta che qualcuno vedeva il film, era come se assistesse a uno stupro», puntando il dito anche contro gli spettatori che si recavano nelle sale per vederlo – non l’unico della sua carriera hard, ma certamente il più iconico, che le «cambiò la vita, in senso estremamente negativo dato che, tra le altre cose, l’unico ad arricchirsi era mio marito Chuck mentre io dipendevo totalmente da lui, che mi dava pochi spiccioli, ad eccezione di quando decideva che dovevo sottopormi a qualche intervento chirurgico per gonfiare il seno o le labbra», spiegò Linda. “Ordeal” è scritto in modo semplice, ma in alcune pagine ci sono descrizioni talmente “crude” che spengono qualsiasi luce della ribalta su quel fenomeno cinematografico, suscitando un vero e proprio disgusto. Linda racconta i suoi tre tentativi di fuga, inutili in quanto Traynor la seguiva armato anche quando andava in bagno. Alla fine, ci riuscì grazie a un rocambolesco piano progettato dall’amico cantante e attore Sammy Davis Jr, che voleva aiutarla a uscire da quel mondo.


In Italia, forse qualcuno ricorderà una vecchia intervista che Linda Lovelace concesse a Paolo Limiti, e che lui ripropose in occasione dell’uscita del film “Lovelace” (2013), interpretato da Amanda Seyfried e diretto da Robert Epstein e Jeffrey Friedman, basato sul libro, che racconta la storia di Linda, da “Gola profonda” a icona femminista. Eppure, come Limiti osservò nel presentarla, Linda Lovelace rimase – e rimane – nell’immaginario collettivo «il simbolo erotico più grande che ci sia stato nel mondo» anche perché “Gola profonda”, nel bene e nel male, fu il primo film trasmesso in tutte le sale e non solo in quelle “proibite”, divenendo un fenomeno mondiale. In un documentario sul film si vedono star di Hollywood, intellettuali e artisti in coda ai botteghini dove veniva trasmesso. Contemporaneamente, Washington istituì la commissione anti-pornografia mentre il cuore di New York divenne quel luogo sporco e criminale che, più tardi, il sindaco Rudolph Giuliani ripulì da cima a fondo.
Un mondo lontano: oggi l’industria del porno naviga online, esiste un Dark Web e i problemi sono più complessi. “Gola profonda” è diventato, nel linguaggio giornalistico, il termine riferito a chi svela notizie riservate, alle spie, passando alla storia con lo Scandalo Watergate.

Linda Boreman, dal 2002, riposa in pace in un cimitero dove, per sua volontà, non appare il suo nome.

di Eleonora Bagarotti

 

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