Deiezioni e sporcizia: la pietra d’inciampo per Luigi Alberto Broglio già degradata

15 Gennaio 2025 02:15

Già sporca, opaca e minacciata dalle pipì dei cani. La pietra d’inciampo per Luigi Alberto Broglio, installata meno di un mese fa in via Cavour al civico 64 appare così: era stata voluta dalla Fondazione Fossoli e Aned, inaugurata in pompa magna pochi giorni prima del Natale, ma oggi sembra già dimenticata. Posizionarla nella parte di marciapiede contigua al palazzo non la favorisce perché non si nota (e quindi il passante non “inciampa” nel ricordo del partigiano) e soprattutto è a rischio di deiezioni canine. Che infatti già sono comparse proprio vicino alla lastra che ricorda Broglio, fucilato, il 12 luglio 1944, da un commando nazista nel poligono di tiro di Cibeno, nel Carpigiano.

CHI ERA BROGLIO

Luigi Alberto Broglio nasce il 19 agosto 1923 a Sant’Ilario Ligure da una famiglia di tradizioni patriottiche liberali che si stabilisce a Piacenza: nel 1941, per una scritta murale critica sull’autoritarismo imperante nella scuola, Broglio viene espulso dal liceo Gioia e si diploma in quello di Cremona. Dopo l’8 settembre 1943, insieme all’amico Cesare Baio, prende la via delle montagne: assunto il nome di battaglia “Nataniele”, è inviato al Sud, per accompagnare oltre le linee nemiche un ex prigioniero di guerra, il capitano inglese Edison; nel novembre del 1943 è arruolato come agente della “A Force” dei servizi segreti britannici che ha il compito di portare in salvo i prigionieri di guerra fuggiti dai campi di prigionia italiani. Per la delazione di uno zio, viene arrestato e deportato al campo di Fossoli: il 12 luglio 1944 è fucilato nel poligono di tiro di Cibeno. È stato decorato con la medaglia d’argento al valor militare.

© Copyright 2025 Editoriale Libertà