Confagricoltura Piacenza: “Ancora lupi in stalla, un ecosistema che non regge”
16 Gennaio 2025 13:15
“Lupi stanziali in pianura senza timore dell’uomo entrano in azienda per trovare prede facili”. Lo dichiara Confagricoltura Piacenza diffondendo il video girato verso le 7.30 di giovedì 16 gennaio in una azienda agricola delle campagne di Gossolengo.
“Siamo a 12 chilometri dalla città e a 2 da Gossolengo – commenta l’associazione degli imprenditori agricoli –, non si capisce a quale criterio di tutela della biodiversità e di benessere animale possano fare riferimento situazioni come questa: una fauna selvatica fuori controllo e fuori dal suo habitat che sta stravolgendo gli equilibri nelle aziende e anche in natura. Non è infatti normale che lupi siano in pianura e vadano sistematicamente a cibarsi entrando ripetutamente nel cuore delle aziende, rinunciando alla caccia e mostrando di non avere alcun timore dell’uomo”.
la testimonianza dell’agricoltore
“Stavo preparano la razione alle bovine ed ero sul carro miscelatore – spiega Mattia Brugnoni collaboratore dell’azienda e autore del filmato – quando vedo i due lupi che escono dalla stalla con in bocca il vitello (un capo di poche settimane); sono sceso dal mezzo e li ho inseguiti. Loro hanno ripercorso quella che, secondo me, è la scorciatoia che hanno trovato per venirsi ad approvvigionare. Sono andati nel campo che confina da un lato con la zona del biogas, dove abbiamo le trincee e dall’altro con il greto del fiume. Due animali molto grossi che quando si sono visti inseguiti hanno lasciato il vitello e mi si sono rivoltati contro. Ho smesso di filmare e sono tornato di corsa sul carro”.
“Una frequenza allarmaNte”
“Episodi che si stanno riproponendo con una frequenza allarmante – sottolinea Umberto Gorra, presidente di Confagricoltura Piacenza – che denotano come si possa trattare di branchi stanziali, oltretutto insediati in zone antropizzate dove hanno perso la naturale diffidenza verso l’uomo, divenendo dunque fonte di danno certo per gli allevamenti e un potenziale pericolo anche per l’uomo. Non è tutela dell’ambiente lasciare che questi animali si riproducano incontrollatamente, ipotizziamo anche ibridandosi, ma il punto non è il profilo genetico dei canidi in questione, quanto – conclude – questi fatti confermino il sovvertimento dell’ordine che la natura stessa prevede”.
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