“Senza lavoro e stipendio”: parlano i dipendenti del bar sequestrato
20 Giugno 2014 18:06
Da un giorno all’altro si sono trovati senza lavoro e senza busta paga, con il locale dove hanno lavorato per anni, chiuso dai sigilli della polizia: è la sorte toccata ai dipendenti del bar di viale Sant’Ambrogio, il cui titolare, un 35enne pakistano, è finito in carcere mercoledì scorso perché accusato di essere il boss di un’associazione a delinquere che forniva contratti di lavoro falsi per ottenere permessi di soggiorno.
Il bar, così come l’auto del 35enne, sono stati posti sotto sequestro. “Per noi è stata una mazzata improvvisa – hanno spiegato nove dei dipendenti del locale ai microfoni di Telelibertà -; non ci aspettavamo di perdere il lavoro da un giorno all’altro, abbiamo famiglie da mantenere e affitti da pagare, in più siamo in arretrato di uno stipendio, è una situazione molto difficile”.
Il gruppo di baristi è formato da uomini e donne, le età variano dai 20 ai 56 anni, ma per tutti il pensiero fisso è come riuscire ora a tirare avanti. “Al momento non abbiamo risposte, ci hanno detto di aspettare ancora qualche giorno poi valuteremo a chi rivolgerci – ha spiegato Antonio Siclari, direttore del locale e padre di quattro bambini -; noi vorremmo poter riaprire il bar e andare avanti in qualche modo”.
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