Delitto del trolley. Civardi: “Sono innocente”, Grassi non parla

10 Agosto 2014 07:00

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“Non sono stato io, sono innocente, non ricordo bene cosa è accaduto. Avevo perduto lucidità, avevamo bevuto uno strano the”. E’ quanto ha dichiarato Gianluca Civardi, in carcere, al suo avvocato difensore. Civardi avrebbe tenuto la stessa linea anche durante l’interrogatorio della polizia. Assoluto mutismo invece da parte del suo amico Paolo Grassi, assistito dall’avvocato Alessandro Stampais. Civardi ha raccontato di un terzo uomo improvvisamente comparso mentre lui e Grassi erano nella casa del professor Manesco, in via Settembrini a Milano. Un uomo di carnagione scura che avrebbe cercato di strangolare il docente e lo avrebbe poi accoltellato.
“Io non ho toccato con un dito l’insegnante – ha detto ancora Civardi – quell’uomo dalla carnagione scura che non avevo mai visto e che parlava bene l’italiano mi ha ordinato di sedermi sulla valigia dove aveva chiuso il cadavere del professore, per fare peso e per chiuderla. Solo questo ho fatto. Sono poi stato costretto ad andare a Lodi e ad aiutarlo a portare la valigia nel cassonetto”. I dettagli in edicola oggi con il quotidiano Libertà.

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