Franco e Mariuccia: “Abbiamo perso nostra figlia ma andiamo avanti”
20 Dicembre 2014 12:39
Le sue cornee hanno dato la possibilità a due bambini di vedere il mondo, i suoi organi hanno consentito ad altre persone di vivere. Oggi Annalisa, con i suoi occhioni scuri e profondi e il suo sorriso illuminante, sarebbe molto orgogliosa di mamma Mariuccia e papa Franco che, 13 anni fa, in un momento di strazio e di immenso dolore, hanno rispettato la sua scelta. Quella di dare un senso a una tragedia che sembra tutto tranne che sensata.
E’ il maggio del 2001 quando Annalisa, una bellissima ragazza di 34 anni, si accascia a terra davanti al tribunale di Piacenza dove ha appena partecipato a un processo come giudice popolare. E’ accanto alla macchina e telefona al compagno, “Amore sto arrivando” dice ma, appena terminata la conversazione, cade a terra. Annalisa non si risveglierà mai più. Colpa di un violento aneurisma cerebrale. Qualche tempo prima aveva avuto problemi alla vista ma, nonostante una risonanza magnetica, nulla lasciava presagire il peggio.
I genitori, che vivono a Carpaneto, vengono contattati dal Pronto Soccorso di Piacenza e si precipitano giù in auto: “Anche se mi dissero che aveva avuto solo un malore, sentivo che era successo qualcosa di grave – ha spiegato oggi ai microfoni di Telelibertà Mariuccia Zanrei, la mamma di Annalisa -. Quando io e mio marito siamo arrivati all’ospedale abbiamo scoperto che nostra figlia non c’era già più. E’ una notizia che nessun genitore vorrebbe mai ricevere. Ci è crollato il mondo addosso, eravamo frastornati e spaesati. Ma, nonostante sia stato per noi molto difficile, – ha raccontato Mariuccia – abbiamo comunque acconsentito all’espianto degli organi perché era un desiderio di Annalisa”.
“Io inizialmente non volevo – ha aggiunto il papà, Franco Croci – perché d’istinto ho detto che non dovevano toccare la mia “bambina” ma quando ho saputo che Annalisa aveva espresso questa volontà ho accettato e posso dire che se tornassi indietro lo rifarei. Abbiamo dato un senso a questa perdita, a questo grande vuoto, riempito dalla consapevolezza che nostra figlia vive ancora, anche se in modo diverso”.
Mariuccia e Franco sono due persone straordinarie che trasmettono una forza a tratti incredibile, perché come si fa a superare la morte di un figlio? Loro ce l’hanno fatta anche se il pensiero di Annalisa è sempre presente. Non è passato un solo giorno in questi 13 anni in cui non abbiano pensato a lei. Franco custodisce le fotografie nel portafogli e Mariuccia tiene ancora il tesserino di Aido della figlia in borsetta. La coppia ha un altro figlio, Oscar, che proprio oggi compie 40 anni. La loro ragione di vita è la nipotina Matilda a cui si dedicano con amore e dedizione. “E’ una boccata d’ossigeno per noi – ha detto Mariuccia –, la sua gioia di vivere ci dà la forza di andare avanti”.
Doriana Freghieri, presidente del gruppo consiliare Aido di Carpaneto, ha voluto ringraziare i genitori di Annalisa che hanno accettato di incontrare gli studenti della scuola media di Carpaneto e raccontare la loro esperienza, un modo per trasmettere i valori della donazione. “I ragazzi rimangono sempre molto colpiti dalla loro storia – ha detto Doriana Freghieri – “È importante trasformare questo dolore in qualcosa di positivo e dare un senso a ciò che è successo”.
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